Nuovo duro colpo alla mafia. I carabinieri del Comando provinciale di Agrigento hanno nuovamente arrestato dieci esponenti di vertice di famiglie di Cosa nostra agrigentina e del palermitano, che erano stati rimessi in liberta’ a febbraio, dopo l’imponente operazione chiamata in codice “Montagna”. Il blitz, ordinato dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, e’ scattato nel cuore della notte con l’ausilio di un elicottero, di unita’ cinofile e dello Squadrone Eliportato Carabinieri Cacciatori di Sicilia. L’operazione ha inflitto un ulteriore duro colpo agli attuali assetti di Cosa nostra, permettendo di documentare ulteriormente estorsioni ai danni di 7 aziende. Numerose perquisizioni, alla ricerca di droga, armi ed esplosivi, sono ancora in corso. Alle 3 di notte, e’ scattato il blitz del Comando provinciale Carabinieri di Agrigento. Un elicottero vigilava dall’alto, facendo rapidamente la spola tra Raffadali, Favara e San Biagio Platani. Oltre 100 militari, supportati anche da unita’ cinofile per la ricerca di droga, armi ed esplosivi, hanno fatto simultaneamente irruzione in ville, appartamenti, case di campagna e casolari. In pochi minuti, sono scattate le manette ai polsi di 10 indagati, quasi tutti ai vertici delle famiglie di Cosa nostra agrigentina e del palermitano. I provvedimenti sono stati emessi, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo. L’ipotesi di reato contestata e’ di associazione di tipo mafioso armata, finalizzata alle estorsioni.
La vasta operazione di oggi e’ scaturita da attivita’ investigative svolte dai Carabinieri del Reparto Operativo di Agrigento tra febbraio e maggio, che hanno permesso di acquisire ulteriori elementi di prova, corroborati anche dalle dichiarazioni rese da un nuovo collaboratore di giustizia, convintosi a dare il suo contributo proprio dopo essere stato arrestato nell’ambito dell’operazione denominata in codice “Montagna”. Sono stati cosi’ ulteriormente raccolti gravi e concordanti elementi indiziari che hanno delineato le responsabilita’ ed i vari ruoli assolti, in seno ai mandamenti ed alle famiglie mafiose, dai destinatari del nuovo provvedimento cautelare, i quali, nel mese di febbraio scorso, erano stati rimessi in liberta’ dal Tribunale del Riesame. Nel corso di tali ulteriori investigazioni, nei confronti di alcuni dei destinatari del provvedimento restrittivo, sono stati acquisiti elementi di prova in relazione al loro coinvolgimento in estorsioni, tentate e consumate, ai danni complessivamente di sette societa’ appaltatrici di opere pubbliche di ingente valore. L’inchiesta in corso aveva gia’ documentato l’esistenza di un nuovo Mandamento, quello, appunto, cosiddetto della “Montagna”, da cui prende il nome l’intera operazione. Il nuovo mandamento e’ risultato essere il frutto di una scelta fatta nel 2014 dal 37enne Francesco Fragapane, arrestato durante il primo blitz, ritenuto capo del mandamento, figlio di Salvatore, quest’ultimo gia’ capo provincia di Cosa nostra agrigentina.