“Ho pagato tutti i partiti”. Con queste parole Luca Parnasi, il costruttore romano al centro della maxi inchiesta sulla costruzione del nuovo stadio della Roma che avrebbe dichiarato agli inquirenti, rischia di provocare l’ennesimo terremoto nella politica capitolina e nazionale. L’imprenditore, nel corso di un interrogatorio fiume, avrebbe ammesso di avere pagato tutti per un proprio tornaconto personale. Un finanziamento alla politica, senza fare alcuna distinzione di colore e collocazione, per fortificare quei buoni rapporti per poi essere ‘chiamato’ per gestire appalti.
Il costruttore, interessato alla costruzione del nuovo stadio della Roma, secondo la tesi degli inquirenti e che lo stesso avrebbe confermato, avrebbe dato somme di denaro a chiunque, da esponenti politici a movimenti, da fondazioni a partiti. Poco interessava se appartenessero alla allora maggioranza di governo o meno. I soldi servivano per partecipare ai salotti buoni dove venivano prese le decisioni sugli appalti pubblici. E lui non poteva restarne fuori. In una delle tante intercettazioni presenti negli atti Parnasi confermerebbe di pagare “tutti”. “Un investimento molto moderato – chiarisce in un altro dialogo registrato – rispetto a quanto facevo in passato quando ho speso cifre che manco te racconto pero’ la sostanza è che la mia forza è quella che alzo il telefono”.
Secondo gli investigatori, il gruppo Parnasi avrebbe garantito finanziamenti a molte formazioni politiche e ad organizzazioni ad esse vicine. Nelle carte vengono citati i 250 mila euro erogati, tramite una società del gruppo, all’associazione “Più Voci” vicina alla Lega. E’ lo stesso imprenditore ad ammettere nelle intercettazioni il suo modus operandi, come riportato da diversi organi di stampa. Si lamenterebbe, addirittura, di dover “elargire somme ai politici” per avere le autorizzazioni. In una informativa i carabinieri scrivono che “nella conversazione sul finanziamento ad esponenti politici, Parnasi indica nominativi e quote da corrispondere: Francesco Giro 5 (5000 euro), Ciocchetti 10 (10 mila euro), Buonasorte 5 (5000 euro): allo stato non è chiaro se Parnasi stia parlando di finanziamenti leciti o meno, anche se il riferimento a fatture emesse a giustificazione dell’erogazione lascia presumere la natura illecita della stessa”, annotano gli investigatori. E in una nuova intercettazione, come riportato da diversi organi di stampa, precisa: “domani c’ho un altro meeting dei Cinque stelle, perché pure ai Cinque Stelle gliel’ho dovuti dare”.