‘Oggi esaminiamo il Decreto Dignità, con le sue luci e le sue ombre e mi pare che il ministro Di Maio, definendolo la Waterloo della precarietà, ci metta troppa enfasi. Non è vero che si tratta della disfatta del lavoro precario, perché per combattere la precarietà si sarebbe dovuto ad esempio introdurre uno sconto sul cuneo fiscale per le assunzioni a tempo indeterminato, e combattere così fenomeni di lavoro in nero, di dumping sociale o di false partite Iva’, ha detto l’ex ministro del Lavoro Cesare Damiano, presidente nazionale dell’Associazione Lavoro e Welfare, partecipando al Convegno della Confsal di Taranto.
Nel decreto – ha aggiunto – ci sono cose positive. Penso alle causali nei contratti a termine o all’aumento a 36 mesi delle indennità per i licenziamenti, ma penso anche che invece sia molto negativo confondere il lavoro in somministrazione con i contratti a termine. La prova del nove sarà comunque la legge di Bilancio, lì si dovranno racimolare le risorse per bloccare l’aumento dell’Iva, per superare la Legge Fornero, per il reddito di cittadinanza e per la cosiddetta tassa piatta, la flat tax. Arriviamo a decine di miliardi e le risorse non ci sono.