Matteo Salvini è di gran lunga il politico che meglio sa utilizzare tutti gli strumenti messi a disposizione dei social network ogni attacco nei suoi confronti se non va a segno, se non disinnesca la sua retorica, semplicemente la rafforza. E non c’è nulla che rafforzi di più Salvini che far passare l’idea che un gruppo di ricche celebrità di successo facciano gruppo – in massa – contro di lui.

Se Salvini si pone come ‘uomo del popolo’ contro i ‘poteri forti’, se per mesi, anni, ha lavorato per posizionarsi come quello che partendo dal basso, contro giornali, tv, intellighezie varie, da solo vuole sconfiggere il ‘sistema’, il blocco di personaggi scelti da Rolling Stone non può che rafforzare la principale narrativa salviniana.

 Salvini ha ignorato qualsiasi argomentazione portata avanti da Rolling Stone per focalizzarsi sui ‘milionari’ che non hanno contatti con ‘il paese reale’.

La sinistra ha sempre avuto la strana ossessione di contarsi tramite questo genere di iniziative.

Significativa la reazione di Giulio Rapetti in arte Mogol, paroliere di Lucio Battisti e autore di brani che restano scolpiti nella storia della canzone d’autore italiana, che  prende a picconate l’iniziativa della rivista ‘Rolling Stone’ e si sfila dal carrozzone degli  anti-Salvini: ‘In Italia non è in pericolo la democrazia, non è minacciata la libertà, non è in discussione la Costituzione. È il solito effetto gregge…’.

Quanto alle iniziative del governo gialloverde Mogol è realista e apprezza: ‘Un governo va giudicato per quello che fa, senza pregiudizi, e finora sul tema immigrazione quello di Giuseppe Conte si sta muovendo bene. Il vero allarme, semmai, viene dall’Africa’. Questa la posizione espressa dal grande paroliere, come già più volte dichiarato in sedi autorevoli: ‘L’Italia deve pretendere, partecipando per la sua quota, che ci sia un gigantesco piano di investimenti in Africa. Nell’agricoltura in particolare. Senza un Piano Marshall per l’Africa non ne usciamo, continueremo a ricevere gente in fuga dalla disperazione che poi bighellona per le nostre strade’.

Antonella Di Pietro