Gli edifici occupati da centri sociali che svolgono iniziative di utilità sociale con “l’acquiescenza” del proprietario dello stabile, ingenerando il convincimento della “legittimità dell’occupazione”, non possono essere sgomberati.
La sentenza ‘storica’ della Cassazione respinge, così,la richiesta di sequestro di `Tempo Rosso´ di Pignataro Maggiore, in provincia di Caserta, presentata dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere. La Suprema Corte ha confermato l’archiviazione delle accuse tra le quali quella di occupazione abusiva per dieci attivisti, otto uomini e due donne. L’occupazione di un ex macello da parte degli attivisti campani è stata giudicata legittima dalla Suprema Corte perché da anni gli occupanti sono impegnati nella lotta all’inquinamento della terra dei fuochi.
Gli attivisti del centro sociale “Tempo Rosso” hanno accolto con soddisfazione la sentenza della Corte suprema. “Ora attendiamo le motivazioni per vedere se sono state accolte le istanze dei nostri avvocati”. “Nella provincia del malaffare, del deserto ambientale e sociale, e dell’ipocrisia istituzionale, essere Tempo Rosso è per noi la nostra maniera di esistere e resistere qui, a testa alta e senza mai fare un passo indietro”, concludono”, scrivono su face book.
“La sentenza della Cassazione sulla vicenda di un centro sociale della Campania riconosce finalmente il valore sociale e pubblico di molti di questi spazi sottratti al degrado e all’abbandono”, dice Paolo Cento di Sinistra Italiana-Liberi e Uguali, commentando la sentenza della Suprema Corte resa nota oggi. “Il no agli sgomberi nei casi riconosciuti di valore pubblico delle proprie attività stabilito dalla cassazione richiede ora – conclude – uno stop immediato al piano di sgomberi annunciato dal ministro Salvini nelle grandi città a partire da Roma”.