Alla ripresa si tornerà a parlare di Rai. Con il caso di Marcello Foa, sponsorizzato dalla Lega alla presidenza, tutto ancora da risolvere. Lo stallo dura dal primo agosto, quando Foa ha incassato la maggioranza dei voti (22) senza però raggiungere il quorum richiesto (27): nonostante la bocciatura l’ex giornalista de ‘Il Giornale’ è rimasto nel cda e come consigliere più anziano dovrà anche svolgere il ruolo di presidente pro tempore.
Fonti della Lega smentiscono che ci siano novità sui vertici della tv di Stato e lo stesso Foa nega un imminente passo indietro dal cda della Rai: ‘La mia posizione resta quella di sempre. Siccome non ci sono novità sostanziali io non prendo decisioni perché le scrive qualcuno’.
A luglio Forza Italia non ha votato Foa in Commissione di Vigilanza, dove servono i due terzi per dare il via libera al presidente, scatenando una reazione della Lega che è addirittura arrivata a minacciare la corsa solitaria alle prossime elezioni regionali in Abruzzo. Dal Carroccio spiegano di essere fiduciosi e affermano che Forza Italia non potrà continuare a sommare i suoi voti a quelli del Pd se non vuole scendere sotto il 10%. E’ evidente che gli ultimi numeri de sondaggi – Lega al 30% e Fi poco sopra il 10 – lasciano poco spazio di manovra all’ex Cavaliere. Gli azzurri sarebbero comunque divisi, con la parte che fa capo a Gianni Letta e Antonio Tajani nettamente contraria a Foa per non fare un favore a Salvini.
Matteo Salvini prende tempo, sapendo che dovrà fare presto i conti con l’alleato di governo Luigi Di Maio oltre che con l’alleato di centrodestra Forza Italia. Ufficialmente M5S ribadisce la stima verso Foa. Forza Italia resta a guardare, ma è pronta a far sentire la sua voce in occasione del voto in Vigilanza per non ritrovarsi un presidente ‘ostile’ e poter accampare qualche pretesa nella partita sulle nomine. La prossima settimana Silvio Berlusconi rientrerà ad Arcore, dove si rimetterà a lavorare sui dossier più caldi, compreso quello della Rai. Berlusconi vuol capire prima cosa intenda fare Salvini per poi scoprire le sue carte. Il Pd invece continua a puntare i piedi e chiede un passo indietro a Foa.