Caso Diciotti, per Salvini cade il reato di arresto illegale

Proseguono le indagini sul caso della nave Diciotti che vede il ministro dell’Interno Matteo Salvini nel registro degli indagati. Il fascicolo è stato trasmesso dalla Procura di Agrigento a quella di Palermo che ha fatto cadere l’ipotesi di reato per arresto illegale. Restano al momento in piedi le ipotesi di reato legato all’abuso d’ufficio, omissione di atti di ufficio, sequestro di persona e sequestro di persona a scopo di coazione.

Entro il 14 settembre la Procura di Palermo dovrà trasmettere gli atti dell’indagine al Tribunale dei Ministri, al quale spetterà la decisione finale. Non è da escludere che da Palermo possano decidere di coinvolgere anche la Procura di Catania visto che i reati ipotizzati sarebbero stati commessi nel porto che ha ospitato la nave.

Tra i documenti dell’inchiesta la Procura di Agrigento ha inserito anche una sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo contro il governo italiano. Nel 2016 l’Italia era stata condannata dalla corte di Strasburgo per aver trattenuto tre tunisini prima nel centro di accoglienza di Lampedusa e poi a bordo di due navi tunisine. Secondo la Procura agrigentina, il caso in questione sarebbe paragonabile a quello della Diciotti. In entrambi i casi, stando agli inquirenti, sarebbe stato l’articolo 5 della Convenzione secondo cui gli individui devono essere protetti da ogni forma di restrizione della propria libertà da parte dello Stato. Nel caso della Diciotti, inoltre, ai migranti sarebbe stata negata anche una soddisfacente assistenza alla luce delle condizioni di molti passeggeri.

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