Omogeneità,
Per questo un
‘Da un anno in Campania stiamo lavorando sulla Rete Oncologica, devo dire con risultati sicuramente interessanti e, forse, non tutti prevedibili all’inizio’, spiega Attilio Bianchi, direttore generale del Pascale, a partire dalla definizione di 13 PDTA che coprono il 75 per cento delle patologie tumorali, approvati con decreto regionale, affiancata da un progetto con tutti i farmacisti regionali dedicati per ottimizzare i consumi di immunoterapici. Abbiamo creato una piattaforma informatica che consente, a regime, di seguire, attraverso il ‘case manager’, tutti i pazienti in trattamento, e di garantire la presa in carico e la continuità assistenziale dai territori alle aziende di rifermento, e al rientro sui territori. Per ogni PDTA sono stati inseriti indicatori di processo in modo da poter costantemente seguire e monitorare il rispetto dei tempi e la qualità complessiva del servizio. Le risorse arriveranno sempre meno per aggiunta e sempre più per trasformazione dei nostri comportamenti. La condivisione dei processi, la loro misurazione sulla capacità di incrementare il valore degli obiettivi di salute, ci consentirà sempre più di guardare ai farmaci innovativi con serenità e senza porci soltanto problemi di cassa. Siamo convinti che la massa critica generata dalle reti, e dalle Reti delle Reti, possa utilmente entrare nel dialogo e nel confronto con le aziende produttrici”.
La Rete oncologica campana, dice Sandro Pignata, responsabile scientifico della Rete regionale, è stata disegnata per facilitare i pazienti e le famiglie, migliorare il rapporto tra utenza e centri oncologici. Un occhio particolare alla qualità della assistenza. Lottiamo contro la frammentazione regionale e la migrazione extraregionale, nel segno delle migliori cure possibili.
Attraverso percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali (PDTA) predefiniti e team multidisciplinari di cure cui concorrono diverse figure professionali, dice Sabino De Placido, Direttore del Centro Oncologico dell’Università Federico II di Napoli, si
Gino di Mare