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Sono rinchiusi in carcere ma riescono facilmente ad usare Facebook e altri social network per minacciare le vittime o i loro familiari da dietro le sbarre. A lanciare l’allarme nel Regno Unito é un’inchiesta del Daily Mail, da cui emerge che negli ultimi due anni 350 detenuti nelle carceri di Sua Maestà sono stati scoperti a postare messaggi su FB nonostante in prigione sia impedito l’accesso al Web. I detenuti riescono ad avere accesso alla rete grazie a smartphone illegali che riescono a farsi recapitare dall’esterno. “Questi criminali non dovrebbero riuscire a ottenere i telefonini mentre sono rinchiusi. In questo modo continuano a torturare le loro vittime, servono controlli maggiori sui social network” ha commentato Jean Taylor dell’ong Families Fighting for Justice. Per il Regno Unito non è un problema nuovo. Alcuni anni fa l’allora ministro della Giustizia Jack Straw aveva denunciato la presenza di una trentina di profili e pagine Facebook utilizzati da detenuti per perseguitare le loro vittime. All’epoca Straw defini la situazione “orribile, profondamente inquietante e offensiva per la morale pubblica”. Le ultime stime dimostrano, però, che il fenomeno starebbe peggiorando. Tra luglio del 2009 e giugno 2010 il ministero della Giustizia britannico ha rimosso ben 143 profili face book. E altri 199 fra il luglio 2010 e giugno dell’anno scorso. L’episodio più eclatante risale a due anni fa, quando uno dei più pericolosi gangster britannici Colin Gunn fu beccato a minacciare i suoi nemici attraverso facebook da un carcere di massima sicurezza.
Il boss criminale, condannato a 35 anni di carcere per istigazione all’omicidio, era riuscito a restare in contatto con 565 amici per oltre due mesi prima che il suo profilo fosse cancellato. Ora sarebbero sempre più frequenti le immagini di giovani criminali che si auto ritraggono col telefonino in cella mentre fanno gesti osceni o che, peggio, martellano le loro vittime attraverso il Web.
