“Mercoledì mattina Mario Draghi è salito al Colle per un incontro riservato con Sergio Mattarella. I due si consultano il più delle volte al telefono, ma con lo spread alle stelle e il governo sotto pressione hanno preferito vedersi a quattr’occhi”. Lo rivela La Stampa secondo la quale il presidente della Banca centrale europea “ha voluto rappresentare di persona i rischi cui andrebbe incontro l’Italia, nel caso in cui i mercati iniziassero ad accanirsi contro i titoli pubblici”. Secondo la ricostruzione del quotidiano “Draghi ritiene (e di sicuro al presidente ne avrà parlato) che nel governo italiano ci sia una forte sottovalutazione del contesto in cui si sta scrivendo la Manovra”. Anche perchè “la scommessa dell’ala più radicale della maggioranza sbaglia bersaglio: più che l’atteggiamento delle istituzioni Ue, l’Italia deve temere il declassamento da parte delle agenzie di rating” che potrebbe arrivare a fine ottobre e “provocare danni incalcolabili, moltiplicando la sfiducia sui mercati”. Senza contare che con lo stop al Quantitative easing “gli strumenti a disposizione di Draghi sono terminati: dal primo gennaio l’Italia sarà senza rete. In caso di difficoltà avrebbe come unico salvagente il ricorso al cosiddetto «Omt», lo strumento di sostegno finanziario che costringerebbe Roma ad un programma concordato con la Commissione europea e il Fondo salva-Stati. Di fatto il commissariamento del Paese”.
E mentre l’Europa avverte l’Italia Berlusconi oggi aprira’ la tre giorni organizzata a Milano da Mariastella Gelmini per presentare la ‘contromanovra’ di Forza Italia. Una convention aperta – come dice la stessa capogruppo di FI alla Camera in una intervista a “Il Sole 24 Ore”- alla societa’ civile per ascoltare i suggerimenti “anche di chi e’ lontano da noi politicamente”, come ad esempio l’economista Carlo Cottarelli, il sindacalista Marco Bentivogli ma anche Alberto Brambilla, l’ispiratore di ‘quota 100′ ovvero della riforma della Fornero voluta da Salvini. Berlusconi si appella a Salvini. FI crede in un ripensamento del leader della Lega: “Ce lo auguriamo. Certo non e’ un caso che Alessandro Di Battista saluti questa manovra come ‘la piu’ a sinistra della storia’. Mi chiedo come sia possibile per Salvini accettare di compromettere il bilancio dello Stato per una manovra fatta di sussidi, di reddito e pensioni di cittadinanza, che non ha misure per la crescita”. Questa – aggiunge – non e’ la manovra per il popolo ma contro il popolo e in particolare contro i piu’ giovani che pagheranno il prezzo di questo azzardo: “E lo conferma la risposta dell’Europa e dei mercati”.
Ma quando i forzisti erano al Governo non mancavano nei confronti della Ue e dei mercati gli stessi toni critici di Di Maio e Salvini: “Intanto teniamo separate le indicazioni che arrivano dalla Commissione e quelle dei mercati, che giudicano i fatti e soprattutto i rischi. Perche’ il tema non e’ il deficit ma per cosa si utilizza”. Un conto – riprende – e’ indebitarsi per comprare una casa altro per fare la vacanza alle Maldive: “Ci sorprende che un partito come la Lega possa votare il reddito di cittadinanza: non c’e’ mai stata nessuno nel centrodestra disposto a fare deficit per finanziare spesa corrente! Noi siamo quelli della legge Biagi e della riduzione delle tasse e invece questo governo prima con il decreto dignita’ ha aumentato il costo del lavoro e i contenziosi eora mette io miliardiperdare la paghetta a chi non fa niente. Egli altri? quelli che lavorano, che fanno impresa, che pagano le tasse? A loro il centrodestra in campagna elettorale aveva promessola flat tax. Per crescere serve uno shock fiscale e lo si ha riducendo le tasse e con una pace fiscale seria”. Che Salvini ha promesso di voler realizzare: “Ma quella partorita dal Governo e’ una flat tax omeopatica, per un milione di partite Iva, che peraltro avra’ pure effetti distorsivi. E pensare che quando Fi nel suo programma parlava di aliquota unica al 23 per cento, la Lega ribatteva dicendo che saremmo dovuti scendere fino al 15 per cento!”.
Il governo ritiene che il maggior deficit sara’ compensato dall’aumento del Pil: “Vogliono mettere dei numerini per tentare di far tornare i conti. Ma da quando la crescita si fa con i sussidi? Per crescere servono piu’ investimenti e questo governo agli investimenti ritaglia invece appena lo 0,2 per cento del Pil. Non ci sono politiche attive per il lavoro, la riduzione del cuneo fiscale, il sostegno all’assunzione di giovani. Nulla. La risposta e’ soldi in tasca per non fare niente. E non ci vengano a parlare dei centri per l’impiego”. Un miliardo e’ destinato a riformarli: “Ma Di Maio c’e’ mai andato in uno di questi centri? Diciamola tutta. E’ una manovraelettorale in vista delle europee, quel che accadra’ dopo non gli importa. Ma a pagare questo azzardo saranno gli italiani. Pensiamo anche alle misure sulle banche”. Il riferimento e’ alla riduzione della deducibilita’ degli interessi passivi: “Ancora demagogia. Ma su chi scaricheranno le banche l’aumento dei costi? Quanto incidera’ questa misura sulla contrazione del credito a famiglie e imprese che gia’ devono fare i conti con la risalita dello spread?”, ha concluso la Gelmini.