La Corte di Cassazione ha confermato la condanna a 8 anni di carcere per Rosalia Di Trapani, 70 anni, moglie del capomafia di Tommaso Natale, Salvatore Lo Piccolo, e madre dell’altro boss e superkiller, Sandro Lo Piccolo. La sentenza, che sostanzialmente apre le porte del carcere per la donna, riguarda una estorsione aggravata a due commercianti, titolari del “Mercatone della carne” della borgata palermitana di Tommaso Natale, regno dei Lo Piccolo. Nel processo era coinvolto anche l’ex legale della famiglia mafiosa, l’avvocato Marcello Trapani, oggi collaboratore di giustizia, che ha avuto un anno e otto mesi. Sentenza confermata anche per lui. Rosalia Di Trapani e’ sostanzialmente la prima moglie di un grande boss a finire condannata e in carcere, per avere fatto da supporto a una imposizione del pizzo da parte del marito.
La questione e’ comunque molto controversa, perche’ le due vittime, Andrea e Gioacchino Conigliaro, gestori dell’esercizio commerciale, erano stati accusati di falsa testimonianza per avere negato l’estorsione ma sono stati assolti, in un giudizio separato, con una sentenza oggi anch’essa definitiva. Stessa situazione per Pietro Mansueto, che era stato processato, sempre a parte, per un concorso dell’estorsione, della quale sarebbe stato il mediatore, ma anche lui e’ stato scagionato definitivamente. Secondo la ricostruzione dei carabinieri e della Procura, la signora Lo Piccolo si sarebbe mossa personalmente per far pagare il pizzo in assenza del marito e del figlio, che nel 2006 – epoca dei fatti – erano latitanti. Nella sua azione la donna si sarebbe appoggiata all’avvocato Trapani e a Mansueto.