Il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico Luigi Di Maio alla Camera durante l'informativa urgente sullo stato dei tavoli di crisi aperti presso il ministero dello Sviluppo economico, Roma, 18 luglio 2018. ANSA/ GIUSEPPE LAMI

Di Maio tra ‘media’ e ‘Ue’

Durante un incontro con gli imprenditori in Basilicata, il vicepremier Luigi Di Maio torna a picchiar duro contro i media e l’Unione europea. Non parla mai di ‘complotto’, ma i tratti che tinteggia durante il suo intervento sono proprio quelli di una serie di misure sottorranee tese a far cadere il govero gialloverde: ‘Esiste un pregiudizio nei nostri confronti anche se devo dire che i mercati stanno comportando molto meglio di alcuni commissari europei che sono in campagna elettorale e tra l’altro rappresentano partiti in forte difficoltà. La Lega e il M5s  sono due forze politiche molto diverse che si sono messe insieme con un contratto di governo, ma stanno riuscendo nel miracolo di compattarci con questi attacchi continui perchè dobbiamo difenderci e dobbiamo reagire, ma soprattutto dobbiamo difendere l’Italia’.

 Di Maio dice di voler riaprire il dialogo con Bruxelles: ‘Se c’è una volontà di dialogare con questo governo, noi siamo i primi,  ci accampiamo a Bruxelles e gli spieghiamo tutto quello che vogliamo fare, gli spieghiamo i fondamentali dell’Italia. Tutti stanno scoprendo lo spread nelle ultime settimane che in realtà si è impennato il giorno successivo all’insediamento del governo Conte. Dopo le elezioni del marzo del 2019 ci sarà un terremoto tale in Europa che i rapporti deficit/Pil, i tetti del 3% saranno sotterrati da centinaia di milioni di voti dei cittadini europei e dopo le europee tutte le regole della Ue cambierannoE questo ci aiuterà. Con le misure contenute nella legge di bilancio ci stiamo semplicemente adeguando agli standard europei. Chi dice che non si può fare, non vuole bene agli italiani, e chi non vuole bene agli italiani deve passare sul mio cadavere’.

 

Dovrebbe svolgersi martedì una riunione per scrivere la risoluzione di maggioranza sulla nota di aggiornamento al Def, da votare in Aula giovedì. Il partito della ‘prudenza’, numeroso soprattutto nella Lega, vorrebbe inserire lì una rassicurazione per l’Ue. Ma la partita si giocherà soprattutto sulla legge di bilancio, da varare entro metà ottobre ma ancora in gran parte da definire. M5s spinge le sue misure. Ma la Lega vuole evitare di scontentare le imprese del Nord, sua prima base elettorale. E lavora non solo per rendere il reddito di cittadinanza il meno ‘assistenziale’ possibile, ma anche per limitare gli effetti iniqui della pensione di cittadinanza ed evitare ricadute come quelle emerse in alcune simulazioni, secondo cui sarebbe negativo il saldo tra abolizione di Iri e Ace e introduzione della flat tax al 15% per le piccole partite Iva e mini-Ires. I sindacati sono molto critici e non escludono mobilitazioni. Confindustria appare assai preoccupata. E se sui mercati,  riaprono domani dopo la lettera della Commissione Ue che avverte su una possibile bocciatura,  le cose volgessero al peggio, il rischio è, osserva un parlamentare pentastellato, che qualche timore faccia breccia anche nell’opinione pubblica. E’ perciò direttamente alla piazza che si rivolge Di Maio. Da Potenza, dov’è in campagna elettorale per le regionali, assicura che gli attacchi di media e Ue sono riusciti nel miracolo di compattare M5s e Lega, due partiti che correranno separati alle elezioni. Spiega che quota 100 e reddito di cittadinanza creeranno lavoro.

Il leader M5s, che torna ad attaccare la stampa, assicura che i mercati vogliono più bene all’Italia dell’Ue e festeggia la sconfitta del commissario Dombrovskis nella sua Lettonia come la fine di un’idea di Europa dei numerini e dell’austerity. Cresce così il sospetto,  osserva da Confindustria Vincenzo Boccia, che il governo cerchi la procedura d’infrazione per fare campagna elettorale contro l’Ue. Di certo, si annunciano bellicosi i toni di Matteo Salvini e Marine Le Pen, oggi a un evento a Roma. E se Roberto Fico si presenta più “istituzionale” a Bruxelles a chiedere meno austerità, Di Maio, che volerà a Berlino a studiare il modello dei centri per l’impiego, dice di essere pronto al dialogo purché l’Ue non abbia pregiudizi: ‘Ci accampiamo lì e gli spieghiamo tutto ma a testa alta, senza il sedere basso del passato. Quanto alla manovra, il vicepremier anticipa che il reddito di cittadinanza potrebbe arrivare via decreto, perché sia subito operativo. E spiega che parte dell’assegno potrebbe trasferirsi all’impresa che assume, come sgravio alla formazione. Annuncia che a ‘quota 100’ si accompagnerà un turn over ‘1 a 2’ nelle partecipate pubbliche. E promette 15 miliardi di investimenti, oltre che l’abbassamento del tetto di Impresa 4.0, iper e superammortamento per aiutare le piccole imprese, soprattutto al Sud. Infine, lancia una misura a forte impronta pentastellata: ‘Una norma della manovra fermerà i trasferimenti alle Regioni per i vitalizi: o li aboliscono o se li pagano’.

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