La Procura di Roma, che ha chiuso le indagini sul caso Consip, ha chiesto l’archiviazione per Tiziano Renzi, padre dell’ex presidente del Consiglio, accusato di traffico d’influenze in uno dei filoni dell’inchiesta.
Nella richiesta di archiviazione per Renzi, in base a quanto si apprende, non si ipotizza piu’ il reato di traffico di influenze illecite ma millantato credito. Nel motivare la decisione i pm sostengono che il padre dell’ex presidente del Consiglio non ha avuto un ruolo attivo nei fatti oggetto d’inchiesta emersi anche dalle intercettazioni telefoniche. Per gli inquirenti, tuttavia, Renzi senior, nel corso dell’interrogatorio tenuto a piazzale Clodio nel febbraio del 2017 da indagato e quindi con facolta’ di non dire la verita’, ha fornito una ricostruzione “largamente inattendibile”. Nei confronti di Renzi non sono, comunque, emersi elementi sufficienti a dimostrare la conoscenza e partecipazione da parte sua dell’attivita’ illecita dell’imprenditore Carlo Russo. Renzi, infine, secondo quanto accertato dai magistrati romani, ha effettivamente incontrato l’imprenditore Alfredo Romeo ma nel 2015 a Firenze, un periodo ritenuto temporalmente troppo lontano rispetto al cuore della vicenda.
Sette persone invece rischiano di finire a processo: tra loro ci sono l’ex ministro del governo Renzi, Luca Lotti, indagato per favoreggiamento come il presidente di Pubbliacqua (società partecipata del Comune di Firenze) Filippo Vannoni, l’ex comandante generale dei Carabinieri Tullio Del Sette per rivelazione del segreto d’ufficio e favoreggiamento, il generale dell’Arma Emanuele Saltalamacchia, che risponde di favoreggiamento.Tra gli indagati ai quali viene notificata la chiusura dell’indagine ci sono anche l’ex carabiniere del Noe, Gian Paolo Scafarto accusato di rivelazione del segreto e falso e l’ex colonnello del Noe Alessandro Sessa, accusato di depistaggio con Scafarto.Indagato per millantato credito l’imprenditore, amico della famiglia Renzi, Carlo Russo,
L’iscrizione del ministro Lotti sul registro degli indagati risale al 21 dicembre del 2016, il giorno dopo l’audizione, davanti ai pm di Napoli, John Woodcock e Celeste Carrano, nella quale l’ex ad di Consip Luigi Marroni aveva ammesso di aver saputo dal ministro dell’indagine in corso sulla centrale acquisti della pubblica amministrazione.Il fascicolo passò subito a Roma per competenza e il 27 dicembre Lotti si presentò a Piazzale Clodio per essere sentito dagli inquirenti.Anche il generale Saltalamacchia secondo quanto detto da Marroni, avrebbe rivelato informazioni reservate sull’indagine in corso.Del Sette è indagato per aver detto all’allora presidente Consip Luigi Ferrara che c’era un’indagine in corso sull’imprenditore Alfredo Romeo.Anche Vannoni secondo la procura avrebbe rivelato in più occasioni a Marroni che c’era un’indagine in corso.
Per quanto riguarda Russo, risponde di millantato credito per aver detto ad Alfredo Romeo di avere conoscenze politiche, facendosi promettere da lui 100mila euro annui come prezzo per la sua mediazione. A Romeo, Russo avrebbe anche confidato, secondo gli inquirenti, di poter arrivare a Marroni grazie all’intermediazione di Renzi. Tale mediazione, scrive la procura nel capitolo dell’indagine dedicato al presunto ‘millantato credito’ di Russo, “doveva consistere nell’ottenere stabili vantaggi nell’aggiudicazione a favore della Romeo Gestioni spa delle procedure di evidenza pubblica indetta dalla Consip; a tal fine Romeo prometteva ulteriori utilità nella misura di 5mila euro ogni due mesi per lo stesso Russo e 30mila euro al mese asseritamente destinati a Renzi”.