Diminuiscono le vendite al dettaglio. A giugno si è registrato un calo dell’1,2% (dato grezzo) rispetto allo stesso mese del 2010 e dello 0,2% rispetto a maggio (dato destagionalizzato). Lo rileva l’Istat.
Si chiudono per il commercio al dettaglio sei mesi negativi, con le vendite che rispetto al primo semestre dello scorso anno diminuiscono dello 0,4% (dato grezzo). Lo rileva l’Istat, diffondendo i dati di giugno.
– Le vendite sono ferme, le famiglie ‘tagliano’ e le borse della spesa languono. In particolare i consumi alimentari registrano una variazione nulla, rimediando solo un aumento dello 0,2 per cento nel complessivo del primo semestre 2011. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, commentando i dati diffusi dall’Istat. Gli italiani, quindi, continuano a tirare la cinghia – spiega la Cia – e a tavola ricercano la promozione e il prezzo piu’ basso, risparmiando anche sulla qualita’. Tanto che anche a giugno l’unica tipologia commerciale che resta su valori moderatamente positivi e’ il discount, con un incremento annuo dell’1,5 per cento. All’opposto, gli ipermercati crollano al meno 1,7 per cento, le botteghe di quartiere al meno 1,5 per cento e i supermercati devono accontentarsi del piu’ 0,4 per cento. Ma la ‘cura dimagrante’ al carrello della spesa e’ evidente anche guardando i dati sulla domanda domestica nei primi mesi del 2011: calano drasticamente – ricorda la Cia – i consumi di frutta e agrumi (meno 8,7 per cento), pesce (meno 7,5 per cento), pane (meno 7,1 per cento), latte e formaggi (meno 6,3 per cento), carne rossa (meno 5,1 per cento).