Maltempo e Protezione civile: un’apocalisse

 Sono arrivate a 19 le vittime del maltempo che ha colpito l’Italia negli ultimi giorni. E i danni sono ormai enormi. A un miliardo ammonterebbo quelli provocati in Veneto, e Coldiretti parla di una strage di 14 milioni di piante: alcune immagini riprese con un drone dei vigili del fuoco mostrano la diga del Comelico, in Val Visvende (provincia di Belluno) completamente invasa dagli alberi spezzati. Il capo della Protezione Civile Borrelli parla di “situazione apocalittica”.

E l’emergenza – da Nord a Sud – non è ancora finita: nella Sicilia nord occidentale oggi è allerta arancione, in alcune zone della Sicilia manca l’acqua potabile la gente sale sui tetti per sfuggire all’acqua tracimata dai fiumi. A Rapallo, dopo la violenta mareggiata che ha distrutto centinaia di yacht, è allarme inquinamento per il possibile sversamento di carburante.

La devastazione a Belluno la montagna senza più alberi. Mi si stringe il cuore. Domani sarò sul posto, stiamo già cercando (e trovando) i primi 200 milioni di euro per aiutare le popolazioni colpite da questi disastri, dal Veneto alla Sicilia”, twitta il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, postando un video degli effetti del maltempo nel bellunese.

  Ancora una domenica di maltempo con allerta arancione in sei regioni. Il Dipartimento della Protezione Civile, d’intesa con le regioni coinvolte – alle quali spetta l’attivazione dei sistemi di protezione civile nei territori interessati – ha emesso un nuovo avviso di condizioni meteorologiche avverse. Sulla base dei fenomeni previsti e in atto è stata valutata per la giornata di oggi, domenica 4 novembre, allerta arancione su parte di Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia-Romagna, sui versanti jonico e tirrenico meridionale della Calabria, sull’intero territorio della Sicilia e sui bacini sud-occidentali e centro-meridionali della Sardegna. È stata inoltre valutata allerta gialla su alcuni bacini in Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna, oltre che su tutto il territorio di Lazio, Abruzzo, Campania, Basilicata, Puglia, gran parte del Molise e sui restanti settori della Calabria e della Sardegna.

LA STRAGE DI ALBERI – La stima di Coldiretti e Federforeste è impressionante: il maltempo ha provocato “la strage di circa 14 milioni di alberi compromettendo l’equilibrio ecologico ed ambientale di vaste aree montane e mettendo a rischio la stabilità idrogeologica”. Ad essere abbattuti sono stati soprattutto faggi e abeti bianchi e rossi nei boschi dal Trentino all’Alto Adige, dal Veneto al Friuli, dove ci vorrà almeno un secolo per tornare alla normalità. Nei boschi si trova una grande varietà di vegetali e una popolazione di mammiferi, uccelli e rettili che per il disastro è stata sconvolta, mentre – sottolinea la Coldiretti – la mancanza di copertura vegetale lascia il campo libero a frane e smottamenti in caso di forti piogge. In una situazione in cui “l’Italia importa circa l’80% del legno che consuma, al danno ambientale si aggiunge – continua la Coldiretti – quello economico con importanti ripercussioni sull’intera filiera del legno e la perdita di posti di lavoro, in aree spesso difficili. Senza dimenticare – continua la Coldiretti – gli effetti paesaggistici e sul turismo con le attività legate alla raccolta dei frutti del bosco come i funghi in forte espansione”.

VENETO: DANNI PER UN MILIARDO – “Ho parlato con il presidente del consiglio Conte che ha detto che in settimana ci saranno già i primi provvedimenti. Dopo aver procrastinato le scadenze fiscali, in settimana ci dovrebbero essere le prime decisioni e posizioni da parte del Consiglio dei ministri”, ha fatto sapere il Governatore del Veneto Luca Zaia, oggi a Belluno, dopo un nuovo sopralluogo sulle zone colpite dal maltempo. “Almeno un miliardo di euro di danni ce li abbiamo – ha aggiunto -. Preghiamo di avere libertà nella gestione commissariale, non si tratta solo di ripulire ma occorre il piglio di operatività tipico della Protezione civile”.

BORRELLI: SITUAZIONE APOCALITTICA – “Dobbiamo partire subito perché se dobbiamo attendere la conta dei danni ci attiveremo almeno tra due mesi. Abbiamo una sofferenza in tutta Italia, ma in questo territorio è molto più pesante”, ha detto a Belluno il Direttore del Dipartimento della Protezione Civile Nazionale Angelo Borrelli all’incontro con Zaia. “La situazione – ha detto – è pesante, apocalittica, strade devastate, tralicci piegati come fuscelli”.

MATTARELLA CHIAMA ZAIA – l presidente Sergio Mattarella ha telefonato oggi pomeriggio al governatore veneto Luca Zaia: ha detto di essere rimasto molto impressionato e addolorato dalle immagini della devastazione delle valli del Bellunese e di tante altre zone del Veneto. Esprimendo la propria vicinanza e solidarietà alla Regione e alle popolazioni colpite dalla violenza del maltempo, il capo dello Stato ha assicurato che seguirà personalmente la vicenda.

VENEZIA, ANCORA ACQUA ALTA – A Venezia è ancora acqua alta: stamane sono stati registrati 105 centimetri di acqua alta sul medio mare che hanno ‘invaso’ l’8% della città a cominciare da Piazza San Marco che è una delle aree più basse. Il dato è stato diffuso dal Centro maree del comune. Si tratta di una marea sostenuta pari a codice ‘giallo’. Le previsioni indicano sempre per la mattinata di domani un acqua alta di 105 centimetri mentre per lunedì ne sono previsti 115 ma il dato, sul lungo periodo, è sensibile a variazioni.

LIGURIA: PAURA PER IL CARBURANTE DEGLI YACHT – In Liguria, altra regione tra le più martoriate, c’è un alro allarme, ed è il possibile sversamento in mare di carburante dai 211 yacht affondati, arenati o dispersi dopo la mareggiata di lunedì scorso che ha distrutto il porto di Rapallo. Le prime fuoriuscite sono state avvistate dall’elicottero della Guardia Costiera “Nemo-01” che ha sorvolato la zona devastata dal crollo della diga foranea del porto Carlo Riva.

SOS AGRIGENTO – Nella notte il fiume Akragas, nel quartiere del Villaggio Peruzzo ad Agrigento, è straripato: più di 50 famiglie sono state evacuate e in via Apollo l’acqua è arrivata a circa un metro e mezzo di altezza. Si teme adesso che il corso d’acqua possa scavalcare il ponte Babbaluciaro.
Ma la pioggia ininterrotta ha causato anche lo straripamento del fiume Belice, con molti allagamenti. A Menfi alcune persone hanno dovuto salire sui tetti delle casesituate all’altezza dell’alveo del fiume. Quattordici persone che si trovavano all’interno della struttura ricettiva ‘Terme Acqua Pia’, nel comune di Montevago sono state tratte in salvo dal Nucleo speleo-alpino-fluviale dei vigili del fuoco. A Ribera c’è stata apprensione per le sorti di un giovane pastore travolto dalla piena del fiume Platani. I soccorsi sono stati immediati ed è stato ritrovato in ipotermia: è ricoverato in ospedale.

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