Migranti. Salvini: Pronti a bloccare attività Ue. Juncker: “LʼItalia rispetti le regole”

E’ ancora scontro tra Matteo Salvini e l’Ue sulla gestione dei migranti. Dopo aver accusato Malta di “regalare bussola e benzina ai migranti per farli arrivare a Lampedusa” ora minaccia di bloccare le attività europee.

“Abbiamo dimostrato che sappiamo difendere i confini e dimostreremo che, eventualmente, possiamo anche bloccare bilanci e attività europee fino a che l’Europa e qualche Paese continuerà a prendere in giro gli italiani”, tuona il vicepremier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini. Una presa di posizione che non è piaciuta a Jean-Claude Juncker che ricorda a Roma di dover rispettare le regole perché ha già goduto di flessibilità in passato. “Le regole esistono per essere rispettate, soprattutto dall’Italia che negli ultimi anni ha beneficiato di tutti gli elementi di flessibilità che abbiamo aggiunto alla griglia di lettura economica del patto di stabilità”, ha replicato al vicepremier il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, in un’intervista alla tv France 24. Questa flessibilità, ha precisato, “ha consentito all’Italia di spendere 30 miliardi in più” rispetto a quanto avrebbe dovuto.

E aggiunge. “Abbiamo fatto in modo di inserire nella griglia di lettura della flessibilità il costo dell’accoglienza dei migranti in Italia”. Quindi “non è vero che l’Europa non sarebbe stata là dove la si attendeva. Vorrei però che ci mettessimo d’accordo il prima possibile su riforma del diritto di asilo e degli accordi di Dublino. Ma dobbiamo farlo tutti insieme e non uno contro l’altro”. E così ognuno resta sulle proprie posizioni.

Intanto il capo della Lega ha ricordato la conferenza, che si terrà a Palermo la prossima settimana, sulla Libia, Paese fondamentale per la gestione del flusso dei migranti. “L’iniziativa italiana per discutere del futuro della Libia è un’occasione. A differenza di quello che fanno i francesi, il governo italiano si pone come mediatore, non vuole imporre, non pretende nulla, non fissa date di elezioni, non vuole imporre le sue aziende”. “Quindi spero -ha poi concluso-  che tutti in Libia capiscano che l’unica via d’uscita per il Paese è il dialogo con l’Italia”.

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