Nel primo giorno della conferenza sulla Libia, nel capoluogo siciliano è arrivato Giuseppe Conte. Il presidente del Consiglio ha detto: ‘Stiamo lavorando a un compromesso tra i due leader, il premier Fayez Al-Sarraj e il generale Khalifa Haftar. La visione del generale non è coincidente con quella di Sarraj, ma ciò non significa che sia esclusa la possibilità di un compromesso’.
A margine della conferenza, Conte ha incontrato i rappresentanti delle due parti: ‘Ho incontrato di persona, e a lungo, tanto Sarraj che Haftar. Ho raccolto forti incoraggiamenti e testimonianze di stima che mi confortano nella strada intrapresa. Credo che l’Italia abbia la responsabilità e la capacità di svolgere un ruolo utile in questo processo così come nell’intera area mediterranea. Gli oppositori sono tali fintanto che vi sarà spazio per agende nascoste e interessi contraddittori. La determinazione dell’Italia a fare di Palermo un momento cruciale della stabilizzazione della Libia. L’Italia ha la responsabilità e la capacità di svolgere questo ruolo. L’Italia e la comunità internazionale sostengono l’operato dell’Onu. Occorre superare lo stallo in cui versa da tempo il processo politico libico. Ma soprattutto occorre prevenire l’escalation di violenza di cui abbiamo avuto un ampio assaggio nei mesi scorsi. Il popolo libico chiede stabilità e benessere ed è su questa linea, concreta e inclusiva, che ci siamo mossi per preparare la conferenza di Palermo“. Il rischio dell’assenza Fino al giorno prima della conferenza, erano circolate le voci circa un forfait di Haftar, legato alla presenza al summit dei rappresentanti del Qatar e di una fazione, il Libyan Fighting Group, secondo il generale legata ad Al Qaeda’.