Entro il 30 novembre il datore di lavoro tratterrà nella busta paga del dipendente il secondo acconto Irpef 2018. Ciò siginifica che la busta paga sarà più leggera: i lavoratori dipendenti, statali e del settore privato si accorgeranno della trattenuta una volta ricevuto lo stipendio.
In caso di lavoro dipendente è direttamente il datore di lavoro, in qualità di sostituto di imposta al posto dell’Agenzia delle Entrate, a trattenere dalla retribuzione le somme dovute a titolo di Irpef o cedolare secca sulla base dei risultati contabili emersi dalla dichiarazione dei redditi modello 730/4 ed eventuali dichiarazioni dei redditi integrative.
Il secondo acconto Irpef non può essere rateizzato, quindi la somma dovuta è addebitata integralmente sullo stipendio (o sulla pensione) del mese. La scadenza viene differita a dicembre solo in caso di incapienza (ovvero di imposte superiori alla retribuzione), ma con l’applicazione di interessi pari allo 0,40%.
La stangata di novembre non riguarderà soltanto i lavoratori dipendenti ma anche (e soprattutto) i titolari di partita IVA che dovranno pagare Irpef, IVA mensile o trimestrale e contributi Inps.
L’acconto delle imposte sui redditi dovuto per il 2018 segue le seguenti norme:
- nessun acconto in caso di Irpef non superiore a 51,65 euro;
- pagamento in unica soluzione, al 30 novembre 2018, in caso di Irpef compresa tra 51,65 e 257,52 euro;
- pagamento in due rate (40% entro il 2 luglio – rateizzabile, 60% entro il 30 novembre -non rateizzabile), in caso di IRPEF superiore a 257,52 euro.