Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, il seguente articolo di Loredana Margheriti:
Per i suoi ottant’anni il teatro Brancaccio di Roma ripropone in cartellone “Aggiungi un posto a tavola”, uno spettacolo rassicurante, che scalda i cuori e mostra ideali di fratellanza e accoglienza senza nascondere le critiche ad una società che rincorre gli idoli e si mostra sempre più violenta e arida.
“C’era una volta, anzi c’è, o meglio ancora potrebbe esserci, un piccolo paese di montagna, che sta qui, lì, dovunque piaccia ad incontrarlo, il paese che Io da qui, ho scelto per questa favola” è questo l’incipit che recita la Voce di lassù, Dio, interpretato in questa occasione da Enzo Garinei che fu il Sindaco Crispino in altre edizioni.
La favola inizia proprio con il tema principale che tutti conoscono, cantato da grandi e piccini, il pubblico si mostra entusiasta da subito, in un Brancaccio gremito. Il teatro è praticamente sold out ad ogni replica.
Lo spettacolo vede la sua genesi in un periodo difficile per l’Italia, in cui la società assisteva ad episodi violenti come stragi ed attentati, tra il ’73 e il ’74 Pietro Garinei e Sandro Giovannini con Jaja Fiastri scrivono questa commedia musicale liberamente ispirata al testo inglese “After me, the deluge”, del 1972 di David Forrest, (pseudonimo di Robert Forrest-Webb e David Eliades), con musiche del grande Armando Trovajoli.
Il protagonista Gianluca Guidi (Don Silvestro) racconta commosso che per questa edizione la moglie del compositore scomparso gli ha donato gli occhiali del marito, fino all’edizione precedente Guidi indossava in scena quelli che erano stati del padre Jhonny Dorelli.
Il cast è composto da grandi professionisti del panorama italiano, dai protagonisti fino ad arrivare ai tecnici tutti e per questo il risultato è entusiasmante.
Guidi, protagonista indiscusso ha una presenza scenica piena, tenera ed ironica allo stesso tempo, raccoglie una grande eredità con un magnifico risultato. La sua voce calda guida lo spettatore per l’intera durata dello spettacolo, senza mai eccedere, con garbo ed eleganza, un crooner della commedia musicale. Il suo Don Silvestro è rassicurante e sagace, il parroco della “parrocchia” accanto.
Dallo Stabile di Torino, Camilla Nigro è un’ottima Clementina, con un timbro vocale schietto che ben si addice al suo ruolo. Il Toto di Pietro di Blasio nella sua disarmante simpatia è travolgente, così come Emy Bergamo che interpreta Consolazione, dalla perdizione alla redenzione con grande ironia e divertimento. Marco Simeoli, in precedenza Toto, in questa edizione interpreta con versatilità il Sindaco Crispino ed il pubblico non trattiene le risate e gli applausi.
Funziona tutto alla perfezione, le scene complesse si mostrano al pubblico fluide ed efficaci, riproposte per l’occasione da Gabriele Moreschi sono state create dal grandissimo scenografo costumista Giulio Coltellacci, i suoi costumi sono stati attualizzati da Francesca Grossi.
Le coreografie originali sono del maestro Gino Landi coadiuvato dalla sua assistente Cristina Arrò.
L’orchestra dal vivo è diretta da Maurizio Abeni, già assistente di Trovajoli.
È uno spettacolo caro a tutti, ci si sente avvolti da una sensazione di divertente serenità, con momenti di travolgente ironia e delicata commozione, in scena da quarantaquattro anni continua a mietere successi di pubblico e critica, il pubblico ha bisogno anche di favole rassicuranti, non prive di momenti di riflessione.
Fino al 6 gennaio 2019 al teatro Brancaccio di Roma.
Loredana Margheriti