Sono tanti i dubbi dei tecnici sulla manovra, dalle 4.000 assunzioni previste per i centri per l’impiego alla la spesa prevista per i 5 giorni di congedo paternità, che sembra ”sottostimata”.
E ancora: i calcoli relativi agli incentivi e disincentivi dell’auto potrebbero non essere esatti; le stime relative agli incentivi per le assunzioni di giovani conducenti sono soggettive e, quindi, non verificabili. Nel dossier che esamina il ddl bilancio, i tecnici di palazzo Madama fanno diverse osservazioni sulle misure introdotte nel passaggio del provvedimento alla Camera.
In relazione alle assunzioni presso i centri per l’impiego, fino a 4.000 unità per una spesa di 160 milioni di euro annui, ”sarebbero utili delucidazioni in merito ai criteri e parametri che saranno adottati nella stima dei fabbisogni delle risorse lavorative che si renderanno necessarie all’attivazione delle misura in parola, per ambiti regionali”, osservano i tecnici del Senato. Chiarimenti andrebbero forniti anche in merito ai ”connessi e prevedibili profili di inquadramento contrattuale”. Per definire la spesa ”andrebbero quindi richiesti elementi circostanziati in ordine al costo unitario ‘medio’ per le amministrazioni regionali che ne risulteranno coinvolte”.
Passando al congedo per i papà, i tecnici rilevano delle incongruità tra le stime relative alla misura del 2017 e quella del prossimo anno. In particolare si osserva che, a fronte di un onere di 28,1 milioni per il 2017 in presenza di un congedo obbligatorio di 2 giorni, valutare oneri in rapporto a 5 giorni di congedo in misura pari a 62,4 milioni di euro ”sembra condurre a una sottostima delle future esigenze finanziarie”.
Nella relazione tecnica che accompagna la misura c’è un po’ di confusione. Le informazioni relative alla misura non fanno riferimento al possibile andamento delle nuove assunzioni nel settore nel periodo 2019 – 2020. Inoltre non si comprende se la perdita di gettito, stimata nel complesso di circa 23,5 mln di euro sia, riferita ad un singolo anno oppure ad ambedue gli anni. Il servizio studi chiede dei chiarimenti ”al fine di escludere sottostime dell’onere connesso alla proposta normativa in esame”.
La succursale della Normale di Pisa avrà bisogno di aule? Professori? Ci sarà un costo? A queste domande si chiede di rispondere perché, anche se ”la disponibilità di spazi per il nuovo organismo e la sua sede è espressamente posta dalla norma a carico dell’Università Federico II di Napoli”, andrebbe confermato che ”tal vincolo non si traduca poi in un maggior fabbisogno di locali ed immobili”, da cui potrebbero derivare maggiori spese a carico fondo ‘ordinario’ iscritto nel bilancio dello Stato.
Lo stanziamento per il Consiglio è previsto solo per il prossimo anno e non si capisce il perché. ”Non appare chiara la motivazione all’origine della sua limitazione al 2019, atteso che le risorse sono finalizzate all’espletamento delle attività alle quali è chiamato il Consiglio nazionale dei giovani, destinate ad avere chiaramente una proiezione permanente”, osservano i tecnici.
Se l’estensione degli esami obbligatori per i neonati sarà un ”diritto soggettivo e obbligatorio” il servizio Studi del Senato osserva che ”non potrà essere limitato sulla base delle risorse aggiuntive appostate per la copertura e dovrà comunque essere garantito”. Andrebbero quindi ”forniti maggiori dettagli che consentano di ricostruire la stima dell’onere”.
La relazione tecnica ”si sofferma sull’importanza della norma ma non fornisce i dati, alla base della stima dell’onere, con riferimento alle attività di ricognizione e all’ideazione e realizzazione del sistema informativo”, si legge nel dossier. Si osserva, inoltre, che ”pur essendo la spesa classificata come in conto capitale, ne viene stimato un impatto identico su tutti i saldi, contrariamente a quanto avviene di solito per tale tipologia di spese”.
Al fine di circoscrivere esattamente l’onere recato dalla norma, secondo i tecnici ”andrebbero fornite maggiori informazioni relativamente agli oneri del personale delle regioni impiegato per il funzionamento del Numero unico, chiarendo se l’onere in questione è a totale carico del Fondo o solo per quota parte”.