Niente procedura per debito per l’Italia. Il collegio dei commissari europei ha deciso ieri di non raccomandare al Consiglio di lanciare la temuta Edp, come viene chiamata in gergo, che avrebbe costretto il Paese ad attuare misure draconiane di politica economica per uscirne, senza contare la probabile tempesta che si sarebbe scatenata sui mercati, dopo l’accordo trovato ieri in serata a livello tecnico tra il Tesoro e i Servizi della Commissione. Ora che l’Italia si è riportata “più vicina alle regole”, come dice Moscovici, lo spread Btp-Bund è calato nettamente, intorno a 256 punti, con il rendimento del decennale al 2,8% circa.
I 9,3 mld di sforzo addizionale sono composti in primis dall’entrata in vigore ad aprile, e non a gennaio, del reddito di cittadinanza e di quota 100 (più di un rinvio si tratta di una presa d’atto dell’impossibilità di partire a gennaio) e dalla revisione dei criteri di eligibilità (in queste misure il diavolo è nei dettagli); da una riduzione degli investimenti nazionali di circa 4 mld, misura “non favorevole alla crescita” questa, ha osservato Dombrovskis, che però verrà parzialmente compensata da un miglior utilizzo dei fondi strutturali Ue, campo in cui l’Italia è storicamente in ritardo. In questo il governo verrà aiutato dalla Commissione Europea.
Le risorse da destinare alla riforma delle pensioni, con l’introduzione di quota 100, vengono tagliate di 2,7 miliardi. Quelle destinate al reddito di cittadinanza subiranno una decurtazione di 1,9 miliardi. Dalle tabelle emerge inoltre che la rivalutazione delle pensioni legata all’inflazione subirà un ”raffreddamento” che alleggerirà le tasche dei pensionati di 2,2 miliardi nei prossimi tre anni. In particolare il prossimo anno il risparmio per l’erario ammonta a 253 milioni, a cui si aggiungono 745 nel 2020 e 1,23 miliardi nel 2021. Le pensioni saranno rivalutate al 100% per gli importi fino a 1.521 euro mensili. Per gli assegni superiori è previsto il ”raffreddamento”: quelli fino a 2.535 euro saranno rivalutati del 90% e quelli superiori del 75%.
Nel 2020 l’Iva aumenterà di 23,1 miliardi che l’anno successivo diventeranno 28,7 miliardi. E’ l’effetto del ritorno ‘integrale’ delle clausole di salvaguardia. Nella missiva è presente anche la stima sul prodotto interno lordo dell’Italia, che il prossimo anno crescerà dell’1%, nel 2020 dell’1,1% e nel 2021 dell’1%.
Dal taglio delle pensioni d’oro è previsto un mini gettito: 76 milioni il prossimo anno, 80 milioni nel 2020 e 83 milioni nel 2021. Il totale è pari a 236 milioni nel triennio. Il contributo sulle pensioni d’oro sarà del 15% per i redditi tra 100.000 e 130.000 euro e andrà a salire fino ad arrivare al 40% per quelli superiori a 500.000 euro. Le fasce sono complessivamente cinque e, oltre alla minima e la massima, è previsto un prelievo: del 25% per i redditi tra 130.001 e 200.000 euro; del 30% per i redditi tra 200.001 e 350.000 euro; del 35% per i redditi tra 350.001 e 500.000 euro.
La dismissione degli immobili consentirà invece allo Stato di incassare 950 milioni il prossimo anno, più altri 150 milioni l’anno nel biennio 2020-2021. L’aumento delle tasse sui giochi farà incassare all’erario 450 milioni l’anno.
E ancora stop agevolazioni e crediti imposta: azzeramento del credito d’imposta per i beni strumentali nuovi; abrogazione del credito d’imposta Irap; stop alle agevolazioni Ires per gli enti non commerciali, sono infatti alcune delle modifiche che saranno inserite dal governo nella legge di bilancio e che dovrebbero consentire di risparmiare quasi mezzo miliardo nel prossimo anno. In particolare l’azzeramento del credito d’imposta per i beni strumentali farà risparmiare 204 milioni; altri 118 milioni arrivano dalla cancellazione delle agevolazioni Ires per gli enti non commerciali e dall’abrogazione del credito d’imposta Irap arriveranno altri 113 milioni per un totale di 435 milioni. Stop alle assunzioni nella PA a tempo indeterminato fino a novembre: gli enti pubblici non economici, le università, i ministeri (compresa la presidenza del Consiglio) non potranno effettuare assunzioni a tempo indeterminato fino a novembre del 2019. Il risparmio stimato ammonta a 100 milioni di euro. La ”riprogrammazione” del fondo delle Ferrovie dello Stato, del fondo sviluppo e coesione, del fondo Cofinanziamento nazionale consentirà di recuperare 2,25 miliardi nel 2019. In particolare 800 milioni arrivano da Fsc, 600 milioni da Fs e 850 milioni da Fcn. Con le modifiche che il governo inserirà nella manovra sarà possibile ‘racimolare’ 10,25 miliardi nel prossimo anno; altri 12,2 miliardi nel 2020 e 16 miliardi nel 2021.