Manovra, la Camera diventa un ring: urla e insulti. Il governo pone la fiducia

La Camera dei Deputati si trasforma in un ring. Volano urla, parolacce e si sfiora più volte la rissa tra deputati di opposizione e maggioranza. Devono intervenire i commessi per non far venire alle mani i deputati della Repubblica Italiana. Uno spettacolo indecoroso ingiustificabile in una democrazia parlamentare e moderna come dovrebbe essere quella italiana. Si è visto di tutto e di più oggi a Montecitorio. Una copia del testo vola sul banco del governo e colpisce il sottosegretario Garavaglia. Inizia il parapiglia con accuse reciproche tra i banchi di maggioranza ed opposizione. Poi la richiesta del voto di fiducia sulla manovra getta benzina sul fuoco e si arriva all’assalto dei banchi del governo. Uno spettacolo veramente indecoroso per le istituzioni italiane grazie all’insipienza di tutti coloro che dovrebbero rappresentare i cittadini. Le norme della manovra, sostanzialmente non discusse, riceveranno il via libera domenica mattina giusto in tempo per evitare l’esercizio provvisorio.

Le opposizioni accusano il presidente della Camera, Roberto Fico, di snaturare il ruolo del Parlamento ma per il numero uno di Montecitorio, nel giustificare la richiesta del voto di fiducia sula Legge di Bilancio, dice  di non poter “mandare la legge al Colle il primo gennaio’.

“Da oggi il presidente Fico ha smesso di essere super partes. Lo considero il peggiore presidente della storia repubblicana. Ha avuto una gestione assolutamente inadeguata ed ha dimenticato che lui deve essere una figura di garanzia”, dice nell’Aula della Camera Alessia Morani del Pd. Poco prima il capogruppo Dem Graziano Delrio aveva letto uno stralcio del discorso di insediamento di Fico in cui stigmatizzava il ricorso alla fiducia e prometteva un impegno per la centralità del Parlamento. Intanto i Dem depositano il ricorso alla Consulta contro la Legge di Bilancio, sollevando conflitto di attribuzioni con il governo.

La bagarre in Aula. Emanuele Fiano (Pd) e un deputato di Fdi hanno cercato di occupare i banchi della presidenza, sbattendo sui banchi del governo un fascicolo di emendamenti.

Dopo la richiesta di votare lo stop dell’Aula e tenere una capigruppo sui tempi di esame della Manovra è arrivato in Aula il presidente Roberto Fico, il quale ha iniziato a rispondere alle obiezioni dell’opposizione sul fatto che ieri in commissione Bilancio sia stato votato il mandato al relatore sulla Manovra senza che un solo emendamento al testo venisse esaminato. Ma il Pd ha cominciato a rumoreggiare, reclamando subito il voto sullo stop dei lavori per tenere la capigruppo e contando sul fatto che in Aula non c’erano tantissimi deputati di maggioranza.

Fico prova a parlare, ma viene interrotto continuamente dalle urla di Pd e Fdi e di Renato Brunetta. Ribadisce che quanto fatto dal presidente della commissione Bilancio Borghi “risponde ad una prassi consolidata” in diversi precedenti, e ricorda di aver già concesso un ampliamento dei tempi per la discussione generale. Gli animi non si calmano. Carlo Fatuzzo di Fi comincia a sventolare una grande bandiera del suo partito dei Pensionati. I commessi la rimuovono e Fatuzzo ne tira fuori una seconda con lo stupore di Fico. Nel frattempo Pd e Fdi urlano in coro ‘Voto, Voto’. E Fico, tra le urla, sospende la seduta e convoca la capigruppo “come richiesto dall’opposizione”. Qui parte la bagarre. Prima Enrico Borghi, poi Emanuele Fiano corrono verso la presidenza, quest’ultimo brandendo un fascicolo degli emendamenti, e i commessi lo placcano. Sono urla e parolacce, mentre la seduta si ferma. Con un ritardo di un’ora e mezza rispetto alla tabella di marcia iniziale. Uno spettacolo che gli italiani non si meritano.

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