Governo alle prese col dossier reddito di cittadinanza, che approderà in Consiglio dei ministri giovedì prossimo insieme a Quota 100. In particolare, a quanto apprende l’Adnkronos da autorevoli fonti di Palazzo Chigi, allo studio dell’esecutivo ci sarebbero misure “anti-divano” volte a disincentivare fortemente l’assistenzialismo. A conferma delle ipotesi già circolate nei giorni scorsi su limitazioni e obbligo di trasferimento.
Nel testo del decreto che disciplina questa misura, si legge che quando persistono determinate circostanze l’interessato è obbligato ad accettare un’offerta di lavoro congrua ricevuta da ogni parte d’Italia. “Nessuno prenderà il reddito a vita”, spiegano le fonti dell’esecutivo, grazie a una serie di provvedimenti ad hoc. Il primo riguarda l’offerta. La prima offerta di lavoro – viene sottolineato – arriverà in un raggio di 100 Km. Nel caso in cui questa dovesse essere rifiutata, la seconda offerta arriverà da un raggio di 250 Km. In caso di un nuovo rifiuto, la terza offerta può arrivare da ogni angolo d’Italia. Le fonti escludono l’ipotesi, circolata nelle ultime ore, di revocare il reddito già dopo il rifiuto della prima offerta: “Lo spirito di queste misure è fare in modo che le persone accettino già il primo lavoro”.
Lo Stato, è il ragionamento del governo, “ti dà la possibilità di rifiutare la prima offerta ma poi ti penalizza”. L’obiettivo è fare in modo che “le offerte di lavoro arrivino in tempi brevi”: così, viene spiegato, “se qualcuno lavora in nero lo scoviamo subito”. Sono previsti incentivi inoltre per chi accetta di spostarsi, “che possono arrivare anche fino a 12 mensilità di reddito”. Saranno invece esentati dagli spostamenti i componenti di famiglie con disabili.
I beneficiari del reddito di cittadinanza sono estese le agevolazioni su tariffe elettriche e fornitura di gas previste per le famiglie economicamente svantaggiate. Lo prevede la bozza di decreto legge (ieri il vicepremier Luigi Di Maio ha annunciato arriverà in consiglio dei ministri giovedì “per l’approvazione definitiva”) che introduce anche misure “non monetarie ad integrazione del reddito di cittadinanza, come misure agevolative per l’utilizzo di trasporti pubblici, di sostegno alla casa, all’istruzione e alla tutela della salute”.