Il presidente del Consiglio Giuseppe ConteI

Conte: “Pil 2019 non salirà, colpa del governo Renzi”. Padoan: “Dichiarazioni da ignoranti”

Il presidente del consiglio, Giuseppe Conte, ammette che l’economia italiana non decollerà in questo inizio del  2019. E il secondo semestre dell’anno resta un punto interrogativo. Parlando al Consiglio generale di Assolombarda a Milano il premier ha avuto coraggio nell’ammettere una verità che da settimane tante istituzioni internazionali e nazionali hanno cercato di spiegare. Il Pil dell’Italia nel 2019 non crescerà, si va incontro ad una recessione ‘tecnica’ e bisogna sperare nella buona sorte. Previsioni sulle stime al ribasso del prodotto interno lordo italiano sempre bollate come ‘propaganda’. Ma oggi arriva l’ammissione dal presidente del consiglio italiano. E per gli italiani, purtroppo, questa non è proprio una bella notizia.

“Dai dati del quarto trimestre del 2018 mi aspetto un’ulteriore contrazione del Pil. Anche se i dati congiunturali sono sfavorevoli, non dobbiamo girare la testa dall’altra parte. Il fatto positivo è che non dipende da noi, ma da fattori esterni”. Nel 2019, soprattutto nel secondo semestre, “ci sono tutti gli elementi per sperare in un riscatto e ripartire con entusiasmo, lo dice anche l’Fmi”, ammette Giuseppe Conte parlando al Consiglio generale di Assolombarda a Milano. E per fortuna Luigi Di Maio nei giorni scorsi diceva che l’economia italiana viveva di ottima salute.

Poi cerca di rasserenare gli animi, Conte sottolinea che “le imprese non sono un nemico o un ingombro” tanto che il governo gialloverde vuole “rilanciare il settore produttivo: senza imprese dove andiamo?” si chiede il premier, spiegando che “l’economia italiana continua a essere frenata da fattori strutturali, come la bassa produttività”. Ma la frittata è fatta:

Inoltre, “vi annuncio che stiamo lavorando e sarà messo a punto, ormai per metà febbraio, un piano nazionale per la sicurezza del nostro territorio e riammodernamento delle nostre infrastrutture, con vari miliardi”. Parte del piano, dice il premier, sarà attuato “attraverso la protezione civile” con un “pacchetto di sonori miliardi, freschi, per mettere in sicurezza il territorio e le regioni che hanno dichiarato lo stato di emergenza. Ne approfitteremo anche per rimettere in sicurezza il sistema viario”.

Naturalmente la recessione dell’Italia in questo 2019 non può dipendere solo dalle politiche adottate dal governo Conte, in carica da pochi mesi. Sullo stallo economico incidono anche scelte fatte negli anni precedenti. Tanto che deve intervenire Palazzo Chigi per spiegare le parole pronunciate dal presidente del consiglio. “La nostra manovra è entrata in vigore meno di un mese fa. Quindi i possibili dati negativi sono il frutto di politiche economiche scellerate degli anni passati e di dati congiunturali non favorevoli”. Il “Reddito di Cittadinanza e Quota 100 produrranno i loro effetti a partire da aprile. È evidente a chiunque che la recessione tecnica del terzo e quarto trimestre 2018 è il risultato dei fallimenti del passato. Noi siamo qui per invertire la rotta, e lo stiamo facendo”, precisano dalla presidenza del consiglio.

Parole che non sono piaciute all’ex numero uno dell’economia italiana con il governo Renzi. “Quelle di Palazzo Chigi sul Pil sono dichiarazioni infami e ignoranti” dice Pier Carlo Padoan, ex ministro dell’Economia. “I dati parlano chiaro. L’andamento negativo è cominciato con la nuova maggioranza e con l’impatto dello spread”.

 

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