L’ex direttore della campagna elettorale di Donald Trump, Paul Manafort, già riconosciuto colpevole dalla giustizia Usa per reati finanziari, rischia una pena di carcere più grave di quanto atteso perché il giudice federale di Washington, Amy Berman Jackson, ha concluso che Manafort ha violato l’accordo raggiunto con gli inquirenti mentendo “intenzionalmente” all’Fbi. Il lobbista, che per un breve periodo ha diretto la squadra della campagna elettorale del tycoon per le presidenziali del 2016, aveva acconsentito a collaborare con gli inquirenti sul Russiagate riconoscendosi colpevole di due capi d’accusa in cambio di una pena ridotta; quei due capi d’accusa portavano infatti una pena massima di 10 anni di carcere. A questo punto, dal momento che il patto è stato violato, il superprocuratore per il Russiagate Robert Mueller non è più vincolato a rispettarlo.
L’accordo di collaborazione con gli inquirenti era stato raggiunto a settembre, ma secondo il giudice federale Manafort ha poi mentito “intenzionalmente” in più occasioni tra dicembre e febbraio. Sia sui suoi contatti avuti nel 2016 e 2017 con Konstantin Kilimnik, legato ai servizi di intelligence di Mosca, sia su un versamento effettuato a uno studio legale, sia quando gli investigatori lo interrogarono su un’altra indagine ancora segreta legata a quella di Mueller. A seguito della violazione dell’accordo, non solo il superprocuratore per il Russiagate adesso non è obbligato a rispettarlo, ma Manafort rischia di vedere elevata la sua pena – che deve ancora essere decisa – nell’ambito di un altro processo in Virginia per frode bancaria e fiscale in relazione al suo lavoro per partiti politici in Ucraina sostenuti dalla Russia, fra il 2004 e il 2014: per questo caso è già stato riconosciuto colpevole ad agosto, ma la pena non è ancora stata stabilita.
Secondo la squadra di Mueller e gli analisti, Manafort potrebbe avere mentito per proteggere Donald Trump, nella speranza di ottenere poi una grazia. In un’intervista rilasciata al New York Post il 28 novembre Trump aveva lasciato aperta la possibilità della grazia: “Non è stata mai discussa, ma non la toglierei dal tavolo. Perché dovrei toglierla dal tavolo?”, aveva dichiarato. “Sapete che questa dannata cosa è terribile”, aveva aggiunto riferendosi agli sforzi di Mueller di portare persone come Manafort a collaborare.