Con il trascorrere dei giorni e delle settimane aumentano i punti di contrasto tra Lega e Movimento Cinque Stelle, con le due forze di governo che ora vedono non poche difficoltà nell’attuazione della politica dei compromessi sulla quale hanno fondato i primi mesi di governo in nome del contratto firmato dopo le elezioni.
Il primo nodo che divide Lega e Movimento Cinque Stelle è senza ombra di dubbio quello legato alla Tav. I pentastellati restano fermamente contrari alla realizzazione dell’opera e non sembrerebbero esserci spiragli per una trattativa soprattutto dopo l’analisi costi-benefici commissionata dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. La Lega (e i governatori del Nord) cercano un compromesso per arrivare al via libera sulla realizzazione dei cantieri, ma i pentastellati rischierebbero di perdere la credibilità e una buona percentuale di voti se dovessero cambiare idea.
In casa Lega non sarebbe piaciuta inoltre la decisione dei Cinque Stelle di affidarsi al voto online per prendere una posizione sul caso Diciotti che vede Matteo Salvini sul banco degli imputati con l’accusa – ipotizzata- di sequestro di persona. L’impressione è che Di Maio non voglia mandare Salvini a processo, ma sa che esprimendo il proprio voto contrario alla’autorizzazione a procedere avrebbe potuto scoprire il fianco alle polemiche e alle critiche dopo gli anni di battaglie contro le immunità. Insomma, la risposta deve essere no ma che la diano gli elettori.
Autonomia delle Regioni, i Cinque Stelle devono difendere l’elettorato del Sud Come se non bastasse negli ultimi giorni si è aperta una nuova disputa all’interno del governo, quella legata all’Autonomia delle Regioni. La Lega spinge per un rapido completamento delle procedure, il Movimento Cinque Stelle deve necessariamente raccogliere e rappresentare il malumore dell’elettorato del Sud Italia. Insomma, la partita per il governo è decisamente aperta.