Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, da Loredana Margheriti il seguente articolo:
“Era un celebre burattinaro; arto, palido, vestito cor un sacchetto de cottonina e con un baretto co’ la visiera che je copriva la capoccia: e una fame, poveraccio, che se la vedeva coll’occhi.” Così Giggi Zanazzo nella sua opera “Usi, costumi e pregiudizi del popolo di Roma” alla voce Ghetanaccio descrive Gaetano Santangelo famoso burattinaio ambulante romano dei primi dell’Ottocento a cui si ispira la storia di questa commedia musicale.
L’enunciazione di un editto papale apre la vicenda, ordinando che siano “proibite alle donne le vesti attillate perché invereconde, la vaccinazione delle creature perché diabolica e (…) tutte quelle presunte attività culturali le quali che, quando va bene, non servono a gnente”. Nella Roma papalina in un periodo in cui le rappresentazioni erano vietate, il protagonista, forzatamente inattivo, convive con la fame e per la fame entra nelle dinamiche dello svolgimento della narrazione.
“Scusate la domanda Santità, Ve vojo pone solo ‘sto quesito. Co’ tanti posti che ce stanno ar monno, Voi proprio a Roma dovevate sta? ” Questo l’incipit musicale, sconfortato e sfrontato Gaetanaccio si presenta fin da subito come un personaggio di grande verve. Innamorato di Nina, attrice e danzatrice di moresca, coinvolgente nella sua pragmatica romanità.
In Ninna nanna senza cena: “…che venga ‘na giornata da pote’ vede’ impiccata sta razzaccia de ladroni, de pretacci, de padroni, de tiranni senza testa e poi fa’ ‘na bella festa sicché allegri dopo cena tutti a letto a panza piena…” l’invettiva popolare dei due protagonisti alza la testa mossa dalla fame che cresce a dismisura. In Me vie’ da piagne invece l’incredulità per un sincero sentimento d’amore fa spazio al romanticismo “Me vie’ da piagne, ma che sarà? Che me significa ‘sta novità? L’ômo nun piagne ma io perché? Me metto a piagne davanti a te?” Il duetto Me so’ bevuta fiume tra Gaetanaccio e Nina funziona alla perfezione, gli scambi tra i due risultano romantici ma anche comici nel pieno rispetto dello stile della commedia.
Il dialetto romanesco riavvicina ad una dimensione popolare che sempre più si va perdendo, è presente ua grande ricchezza linguistica nei testi, termini che risultano ormai desueti soprendono lo spettatore senza mai destabilizzarlo.
I due protagonisti Giorgio Tirabassi e Carlotta Proietti risultano molto affiatati e presenti nei rispettivi ruoli, le loro voci sicure regalano grande intensità d’interpretazione nei brani musicali. Divertente l’antropomorfizzazione della Morte interpretata da una convincente Elisabetta De Vivo.
I costumi di Santuzza Calì rendono i personaggi molto simili ai burattini del protagonista e le scene di Fabiana Di Marco collaborano a questa resa lasciando il racconto in un’atmosfera sospesa e quasi bidimensionale.
Un parterre de rois ha accolto la prima de La commedia di Gaetanaccio, grande ritorno alle scene dopo quarant’anni per il capolavoro di Luigi Magni all’Eliseo di Roma nella stagione del centenario.
Presenti in platea i protagonisti della prima versione del 1978: Luisa De Santis e Gigi Proietti, entrambi complimentatisi a fine spettacolo nei camerini con Giorgio Tirabassie Carlotta Proietti. Presenti inoltre: Pippo Baudo, Maria Rosaria Omaggio, Donatella Pandimiglio, Lina Sastri, Michele La Ginestra e Paola Gassman.
Roma aveva bisogno di ascoltare di nuovo le splendide melodie di questa commedia che riconducono ad una città popolare e piena di sentimento. Finalmente è stata restituita al pubblico un’opera che ha il pieno diritto di essere annoverata tra i classici della tradizione popolare.
La commedia di Gaetanaccio
di Luigi Magni
Musiche originali di Gigi Proietti, Piero Pintucci e Luigi Magni
Personaggi ed interpreti:
Giorgio Tirabassi: Gaetanaccio
Carlotta Proietti: Nina
Carlo Ragone: Fiorillo
Elisabetta De Vito: Morte
Daniele Parisi: Governatore/Prologo
Marco Blanchi: Porporato
Enrico Ottaviano: Meo Patacca/Papa
Matteo Milani: Scaramuccia/Graduato/Guardia Svizzera
Pietro Rebora: Carceriere/Gentiluomo/Guitto
Martin Loberto: Gendarme/Guitto/Gentiluomo
Viviana Simone: Guitto/Passante
Musicisti in scena
Massimo Fedeli, Diego Bettazzi, Stefano Ratchev, Caludio Scimia, Alessandro Vece
Costumi e burattini Santuzza Calì
Scene Fabiana Di Marco
Light designer Umile Vainieri
Sound designer Manuel Terralavoro
Arrangiamenti, Direzione Musicale e Vocal Coach Maestro Massimo Fedeli
Coreografie Ilaria Amaldi
Regia Giancarlo Fares
Produzione Teatro Eliseo
Fino a domenica 10 marzo 2019 al Teatro Eliseo di Roma, biglietti da 15 a 35 euro.
Loredana Margheriti