Investimenti fermi, una ‘quota cento’ che non farà crescere l’occupazione, un aumento dei consumi dovuto al reddito di cittadinanza limitato allo 0,15%: queste le principali considerazioni formulate dalla Commissione Ue nel rapporto sull’Italia che sarà reso noto commissari Ue Valdis Dombrovskis e Pierre Moscovici. Nel documento di Bruxelles, come apprende l’Ansa, viene espresso un giudizio negativo sulla situazione economica poiché gli interventi messi in campo non sosterranno la crescita ma potrebbero far aumentare il debito. Diversi sono gli elementi che preoccupano l’Ue: la riduzione degli investimenti sia nazionali che per quelli provenienti dall’estero. E all’orizzonte non si intravedono misure che possano invertire questa tendenza negativa.
Ma la misura più contestata dal documento è quella su ‘quota cento’. La Commissione non crede che, in un contesto recessivo, tutti coloro che lasceranno il lavoro saranno rimpiazzati. Mentre la crescita del deficit strutturale dovuta a questa misura – che va contro le raccomandazioni rivolte ripetutamente a tutti i Paesi in questi ultimi anni in materia di sostenibilità dei sistemi pensionistici nazionali – viene data per scontata. Giudizio negativo, ma meno duro, arriva anche sul reddito di cittadinanza. In attesa di vedere come la misura sarà applicata, la Commissione lascia aperta la sua valutazione limitandosi a indicare che l’intervento avrà un impatto sulla crescita dei consumi limitato allo 0,15% su base annua. Nel rapporto vengono poi anche ribaditi i ‘classici’ mali del ‘sistema Italia’ già evidenziati più volte dalle analisi dell’Ue: dalla lentezza del sistema giudiziario, ai punti deboli del sistema bancario, alla necessità di rilanciare l’efficienza della pubblica amministrazione e di facilitare l’accesso al credito.
Per il sesto anno consecutivo l’Italia resta tra i Paesi con squilibri macroeconomici eccessivi assieme a Grecia e Cipro. Secondo quanto si apprende, la Commissione Ue ha una serie di timori a partire dal debito pubblico che non scenderà in modo significativo né quest’anno né il prossimo. Preoccupano anche le deboli prospettive economiche e le misure del Governo che appesantiranno i conti. Ma il nuovo giudizio arriverà soltanto dopo le elezioni europee, e sarà basato sul Def di aprile. E solo allora sarà resa ufficiale la necessità di una manovra correttiva dei conti pubblici.