Piccolo Bellini di Napoli, dal 12 al 17 marzo, in scena ‘La rondine (La canzone di Marta) di Guillem Clua

Il rivoluzionario testo catalano

“LA RONDINE (La canzone di Marta)”

arriva in Italia

al Piccolo Bellini di Napoli dal 12 al 17 marzo

con

LUCIA SARDO e LUIGI TABITA

di Guillem Clua

traduzione Martina Vannucci

adattamento Pino Tierno

regia, ideazione scenica e video Francesco Randazzo

musiche Massimiliano Pace

costumi Riccardo Cappello

luci Salvo Orlando

produzione Teatro Stabile di Catania

assistente volontario alla regia Sebastiano Sardo

Il rivoluzionario testo catalano “LA RONDINE (La canzone di Marta)”, scritto da Guillem Clua, sarà in scena al Piccolo Bellini di Napoli dal 12 al 17 marzo, con protagonisti Lucia Sardo, indimenticabile interprete di Felicia Impastato nel film “I cento passi”, e Luigi Tabita, attore tra i più interessanti della sua generazione, diretti dal regista Francesco Randazzo.

Il testo, rappresentato a Londra, Atene e Madrid, è arrivato per la prima volta in Italia all’interno della rassegna “Altrove” del Teatro Stabile di Catania. Dopo Napoli lo spettacolo sarà in scena dal 19 al 24 marzo al Teatro Stabile di Trieste, dal 26 al 28 marzo al CTB Teatro Stabile di Brescia, dal 3 al 14 aprile al Teatro Stabile di Palermo e dal 23 al 28 al Teatro Stabile di Catania.

“Cos’è che ci rende umani? Di tutto quel che siamo e che facciamo, cosa credi definisca realmente la nostra umanità?” Per Marta, una madre ferita nel profondo dell’anima, la risposta è: il dolore. Quel che ci rende umani è la capacità di sentire come proprio il dolore degli altri. E’ questo il sentimento che percorre la spina dorsale de La rondine, esplicitamente ispirato all’attacco terrorista al Bar Gay Pulse di Orlando, negli Stati Uniti, nel giugno del 2016, nel quale morirono 49 persone per mano di un fanatico musulmano.

Nel testo risuonano anche le tragedie del Bataclán di Parigi, del lungomare di Nizza, delle Ramblas di Barcellona… e tenta di affrontare tematiche quali l’assurdità dell’orrore, le conseguenze dell’odio e le strategie che utilizziamo perché non ci distruggano l’anima. In qualche modo tutti siamo noi, perché davanti ad un attacco indiscriminato tutti siamo vittime, e tutti ci troviamo allo stesso bivio: odio o amore. Il nostro mondo dipenderà dalla direzione che prenderemo.

Nell’opera s’incontrano due personaggi, Marta e Matteo. La prima, una severa maestra di canto, riceve la visita di Matteo, che desidera migliorare la propria tecnica vocale per cantare ad una commemorazione per sua madre, scomparsa di recente. La canzone scelta ha uno speciale significato per lui, e sembra, anche per la donna che, nonostante le reticenze iniziali, acconsente ad aiutare il giovane alunno. Mano a mano che la lezione procede, i due personaggi disvelano dettagli del loro passato, profondamente segnato da un attentato di terrorismo islamico successo in città l’anno precedente. Il significato reale di quell’attacco, le motivazioni del terrorista, e la grande ombra delle sue vittime, provocano un confronto tra Marta e Matteo, che li porta a scoprire la verità sui terribili dettagli di quell’accadimento. Questa verità li obbliga a riflettere sulle proprie identità, l’accettazione della perdita, la fragilità dell’amore, scoprendosi l’uno all’altro, fino al punto che i loro destini saranno uniti in un canto alla vita condiviso.

Quella di Guillem Clua è considerata una delle voci più innovative e versatili dell’attuale teatro nazionale. La critica ha definito il suo lavoro come multidisciplinare, eclettico e con una preoccupazione prioritaria per la struttura narrativa e l’argomento. Il suo obiettivo è sempre quello di raccontare storie e renderle vicine allo spettatore, usando meccanismi di intrigo, commedia o melodramma, un ritmo veloce e persino elementi di altri media, come la televisione, internet e cinema. Le storie che costruisce hanno altresì un livello umano, mostrando i conflitti in cui i personaggi sono spesso superati dalla grandezza di ciò che accade loro.

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