‘Da che casa sei?’, mostra di arte all’Istituto Portoghese di Sant’Antonio di Roma fino al 23 marzo

La parola appartenenza può essere utilizzata in differenti declinazioni, una di particolare valenza è legata all’ identità, ovvero al sentirsi parte di un gruppo, dei suoi valori, codici legislativi e stili di vita. Un altro senso è quello che indica una necessità psicologica profonda dell’essere umano, che condiziona fortemente la relazione con se stessi e quella interpersonale, cioè il bisogno di sentirsi accolti dagli altri e di accettarsi. Quanto detto implica anche la cura e la premura sia come soggetti attivi che riceventi. Nella realtà, in riferimento all’inclusione sociale in società sempre più articolate e differenziate si stanno ridisegnando i concetti di identità e di appartenenza sociale. E’ proprio a queste evoluzioni che è dedicata la mostra di arte contemporanea dal titolo provocatorio: “Da che casa sei?”. In essa sono esposte le personali degli artisti Ana Pérez-Quiroga e Antonio Marquez negli spazi della galleria d’arte dell’Istituto Portoghese di Sant’Antonio, in via dei Portoghesi 6 a Roma, uno spazio di accoglienza e divulgazione di artisti contemporanei portoghesi che promuove il dialogo tra gli italiani ed i lusitani. L’evento gode dell’alto patrocinio dell’Ambasciatore del Portogallo presso la Santa Sede Dott. Antonio de Almeida Lima. La mostra intende interrogare sulla società che tende a diventare “epidermica”, in quanto da un lato richiede di essere parte di qualcosa, di un sistema, ma dall’altro lato spinge ad allentare i vincoli che legano un gruppo come la solidarietà, il sostegno, l’attenzione ai bisogni dello “straniero”, dell’immigrato. La domanda del titolo della mostra potrebbe anche essere: “chi siamo?”. Nel corso del vernissage ci ha rivelato maggiori dettagli il curatore della mostra, il Prof. Francisco de Almeida Dias docente all’Università della Tuscia: “Il dialogo tra gli artisti Ana Pérez-Quiroga e Antonio Marquez riflette sulla costruzione dell’identità, dell’appartenenza ad una famiglia, ad un gruppo, ad un Paese. La storia della nostra esistenza può essere raccontata a partire dagli oggetti che possediamo; essi ci situano in una cosmogonia e ordinano il nostro mondo. Gli oggetti costituiscono una memorabilia e permettono di organizzare la cartografia emozionale per la costruzione della nostra felicità, creando una mappa di riferimenti che rievoca in noi il desiderio di ritornare alle vestigia degli accadimenti, diventando guida per le nostre vite, una sorta di kit di sopravvivenza.

Nella rivisitazione nostalgica delle figure tutelari della Madre e del Padre- simbolo classico della famiglia nucleare – sono costituiti nuovi riferimenti. Quando le cose perdono l’innocenza e prendono nuove forme diventano sopravvivenze. Il viaggio diventa, dunque, mappa delle dislocazioni, dei percorsi, del nostro posto nel mondo – e le mappe ridisegnano contorni di cose, di luoghi, di oggetti, con cui riconfigurare un luogo mentale per tutte le distanze percorse”. La mostra, ad ingresso gratuito, è visitabile fino al 23 marzo, dal martedì al sabato, dalle 17 alle 20. Nella foto S.E. l’Ambasciatore del Portogallo presso la Santa Sede Dott. Antonio de Almeida Lima, il Rettore dell’Istituto Portoghese di Sant’Antonio in Roma Mons. Agostinho da Costa Borges, e gli artisti Ana Pérez-Quiroga e Antonio Marquez.

Fiorella Ialongo

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