We are jazzmen per la rassegna jazz on movie, a seguire water trumpet, il disco di Giacomo Tantillo, domenica 17 marzo, ore18.00

“JAZZ ON MOVIE… & ALTRO”

La proiezione del film “We are Jazzmen” di Karen Shakhnazarov

A seguire presentazione del disco “Water Trumpet” di Giacomo Tantillo

Real Teatro Santa Cecilia – 17 marzo 2019 ore 18.00

Giunta alla terza edizione, la rassegna “Jazz on Movie… & Altro” della Fondazione the Brass Group continua con la proiezione del film  We are Jazzmen (1983) di Karen Shakhnazarov . Interpreti: Igor Sklyar, Aleksandr Pankratov-Chorny, Nikolaj Averjuskin. Musiche di Anatoli Kroll. Il film, in programma domenica 17 marzo alle ore 18.00 al Real Teatro Santa Cecilia, è introdotto da Lorenzo Laudicina, esperto di musica jazz e collezionista discografico. A seguire, dopo la proiezione, in scena la presentazione live del disco di Giacomo Tantillo “Water Trumpet” ad ingresso libero sino ad esaurimento posti. “We are Jazzmen” è una frizzante commedia musicale, pervasa dalla sottile autoironia tipica della Russia del tempo, il film affascina, inoltre, per lo swing, il gusto e l’orecchiabilità della colonna sonora ed è ricca di temi famosi e meno noti, con una sapiente scelta di ritmi, balli e melodie. C’era una volta la “cortina di ferro”: una gigantesca cicatrice che divideva il mappamondo in due universi distinti e impenetrabili,  le cui realtà erano poco conosciute l’uno all’altro perché la netta separazione tra i due blocchi rendeva alquanto difficoltose le notizie che riuscivano a filtrare e quando filtravano erano spesso alterate e distorte. Il jazz, invece, c’era già: fin dai suoi primordi avrebbe goduto di una buona diffusione anche se, proprio nei decenni che ne scandivano infanzia e adolescenza, le storture aberranti di due conflitti bellici avrebbero influenzato non poco e in modo disomogeneo la sua circolazione presso un pubblico più vasto. Soprattutto nel periodo poi sfociato nella Seconda Guerra Mondiale, il jazz, con i suoi contenuti innovativi, libertari e di integrazione,  fu parecchio inviso ai regimi autoritari e praticamente messo al bando. Il nazismo non esitò a inserire il jazz nella feroce lista di proscrizione della cosiddetta “musica degenerata”; il fascismo lo tacciò d’essere “offesa al buon gusto, minaccia alla salute pubblica e moda pericolosa d’oltre oceano in grado di avvelenare la purezza della tradizione italica”; anche il regime stalinista impose una ferrea censura, a tratti elusa dalla passione di quei coraggiosi che s’ingegnavano a diffondere clandestinamente Duke Ellington e Louis Armostrong prima attraverso vinili stampati su vecchie lastre radiografiche (la cosiddetta “musica delle ossa”, perché le radiografie riclicate come supporto riguardavano crani e arti) e poi, nell’Unione Sovietica post-Stalin, su musicassette. Ecco, il film di Karen Shakhnazarov racconta proprio la vicenda del jazz nella Russia degli anni Venti, rievocando il clima culturale che spirava nell’allora Unione Sovietica ed i primi, difficili e temerari tentativi che al tempo incontrava chi voleva ascoltare o suonare jazz, considerata musica controrivoluzionaria. La trama prende spunto da Kostja, giovane pianista di Odessa innamorato del jazz, che viene cacciato dal conservatorio perché quella da lui amata è musica capitalista-borghese e quindi sovversiva. Tutt’altro che rassegnato, il giovane trova insperata solidarietà dapprima in due musicisti ambulanti, Zhora e Stephan  e poi nel sassofonista Ivan. I quattro amici costituiscono così un quartetto dixieland e, dopo essersi trasferiti a Mosca ed aver attraversato un guazzabuglio di avventure semiserie che ne mettono a dura prova amicizia e propositi, riescono alla fine e dopo molte pene a realizzare il loro sogno e conquistare il successo.

Subito dopo la proiezione il musicista Giacomo Tantillo presenterà il suo progetto musicale, con lui sul palco un quartetto d’eccezione formato da Andrea Rea al pianoforte, Matteo Bortone al contrabbasso ed Enrico Morello alla batteria. “Water Trumpet” è un’opera prima, la realizzazione di un progetto in cui Tantillo ha impegnato tutto se stesso, elaborando e limando i brani fin nel dettaglio. Ideato nell’arco di due anni, l’album è il frutto delle esperienze artistiche e umane, a cavallo tra la Sicilia e il periodo di studi al Berklee College of Music di Boston. Esperienza, quest’ultima, che ha cambiato in maniera significativa la musica di Tantillo.

Da quest’anno, inoltre, la Fondazione ha attivato, oltre all’acquisto online dei biglietti tramite il circuito www.bluetickets.it e i punti vendita autorizzati, altri due punti di prevendita, uno presso il Real Teatro Santa Cecilia (Piazza Santa Cecilia n. 5 – 90133 Palermo – 091\ 88 75 201, 091 88 75 119, dal lunedì al venerdì a partire dalle 9.30 sino alle 12.30, ed un altro presso Santa Maria dello Spasimo (Via dello Spasimo, n. 15 – 90133 Palermo – 091 77 82 860, 091 77 82 861) dal lunedì al venerdì a partire dalle ore 15.30 alle 19.30.

Infoline Fondazione The Brass Group: 091 778 2860 – 3312212796, info@thebrassgroup.it, www.thebrassgroup.it.

L’Ufficio Stampa Fondazione The Brass Group Rosanna Minafò mob. 3484009298

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