‘La relazione di Zingaretti alla Direzione Nazionale va nella giusta direzione. Anche a mio avviso il Partito Democratico deve sfidare il Governo sui temi sociali e metterne in luce le contraddizioni
Di Maio predica il lavoro stabile e assume i “navigator” in modo precario; Salvini sventola la bandiera di Quota 100 ed esclude i lavoratori dell’edilizia dall’anticipo pensionistico; si annuncia la fine della povertà mentre si taglia l’indicizzazione delle pensioni degli operai; si innalza la bandiera del salario minimo e si riapre la strada agli appalti al massimo ribasso che portano al lavoro nero.
Su questi temi bisogna riaprire la nostra battaglia. Sul salario minimo il Pd non ha ancora una proposta e sono stati presentati, alla Camera e al Senato, disegni di legge che vanno in direzioni diverse. Il tema coinvolge argomenti di fondo: gli articoli 36 e 39 della Costituzione, la rappresentatività delle parti sociali, il valore erga omnes della contrattazione e la lotta al dumping salariale. Per fare una proposta bisogna saper distinguere tra salario minimo “tabellare” e “complessivo”.
Ha senso il salario legale se, per questa via, si dà forza alla contrattazione. La mia proposta è quella di dare valore legale ai contratti collettivi nazionali di lavoro stipulati da organizzazioni che siano rappresentative’, annota Cesare Damiano.