“E prematuro entrare nel merito e nei dettagli del provvedimento: quello che è importante è che il Def stabilisca chiaramente che l’elemento qualificante capace di garantire la crescita economica del Paese passa da una importante riforma fiscale che il contratto di governo indica nella sostituzione dell’attuale sistema a cinque aliquote con una flat tax. Il progetto che abbiamo consegnato al ministro Tria prevede il 15% fino a 50.000 euro. Aggiungo che questa riforma non va vista come un centro di costo, ma come un’opportunità di crescita”. Lo dice Armando Siri, sottosegretario alle Infrastrutture e ai Trasporti in un’intervista a ‘Repubblica’. “Abbiamo già vissuto la stagione della politica che non manteneva gli impegni e le promesse fatte agli elettori tirando in ballo i problemi di bilancio. Se l’economia è malata ci poniamo il problema di quanto costa l’antibiotico per guarire e poi spendiamo miliardi in medicinali che curano solo i sintomi? La flat tax è l’unica leva disponibile che abbiamo per dare impulso ai consumi, alla produzione e al lavoro. Abbiamo cominciato con le partite Iva fino a 65.000, adesso dobbiamo arrivare a una fase successiva”, aggiunge.
“Noi ci auguriamo che dal 26 maggio ci sia un’Europa che metta al centro i popoli, la crescita autentica, il lavoro e non i numeri – aggiunge Siri – Che si smetta di guardare ai sintomi, e non alle cause del problema. E se il problema è il debito pubblico, si può cominciare a risolverlo con altri strumenti, visto che i fondamentali del nostro Paese sono solidi”. “Possiamo mettere in campo per la prima volta una straordinaria valorizzazione del nostro patrimonio immobiliare che vale 400 miliardi di euro, anziché continuare a lasciar marcire gli edifici perché non abbiamo i soldi per fare la manutenzione”, spiega. Cartolarizzazioni, vendite? “No, io parlo di valorizzazione, preceduta da cambi di destinazione d’uso, di un unico veicolo che contenga tutto”, risponde.