Quasimodo abbraccia la sua Notre-Dame: è il simbolo social della tragedia di Parigi

Quasimodo che piange e abbraccia la cattedrale di Notre Dame. Un gesto paterno, con le lacrime agli occhi, che stringe la sua casa per salvarla. Il deforme campanaro della cattedrale, quel gobbo diventato protagonista della trasposizione Disney del 1996, diretto da Gary Trousdale e Kirk Wise, basato sul romanzo Notre-Dame de Paris di Victor Hugo, Notre-Dame de Paris, è diventato il simbolo della tragedia che ha devastato la cattedrale simbolo di Parigi ed ha ferito tutta l’umanità. Quasimodo, questo Quasimodo, disegnato dall’artista Cristina Correa Freile è diventata virale e sta facendo il giro del mondo. E probabilmente Notre Dame rinascerà. I francesi pensano già alla sua ricostruzione. La Fondation du patrimoine francese, infatti, annuncia sul sito www.fondation-patrimoine.org una “colletta nazionale” per restituire al simbolo di Francia l’antico splendore.

Già circa duecento anni fa la chiesa gotica era stata salvata dal degrado e dall’incuria che rischiavano di comprometterne la struttura. In suo soccorso non scese in campo un architetto o un ingegnere, ma uno scrittore: Victor Hugo con il suo celebre romanzo Notre-Dame de Paris, uscito nel 1831 e ambientato nella Parigi basso-medioevale, al tempo di re Luigi XI di Francia.

In un capitolo lo scrittore denuncia il degrado della cattedrale lanciando un cupo presagio. Si legge nel romanzo. “Senza dubbio è ancora oggi un maestoso e sublime edificio”. Ma, aggiunge, “così bello che è stato preservato con il passare degli anni, difficile non sospirare, non essere indignato per degradazioni, mutilazioni che il tempo e gli uomini hanno simultaneamente fatto al venerabile monumento, senza rispetto per Carlo Magno che aveva posato la prima pietra e per Filippo Augusto che aveva posato l’ultima”.

Un atto dunque d’amore verso un monumento che oggi ritorna a fare il giro del mondo con il suo ‘protagonista principale’, lo stesso disegnato oggi da Cristina Correa Freile.

Quel Quasimodo descritto come un essere deforme, guercio, zoppo, sordo per la sua prolungata vicinanza con le campane ed affetto da cifosi, è conosciuto con il soprannome de “il gobbo di Notre-Dame”. E’ lui che ha il compito di suonare le campane della cattedrale, nell’edificio dove vive nascosto da tutti e del quale è simbolo, cuore e anima. E forse sarà oggi lui a dare l’imput alla ennesima rinascita di Notre Dame.

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