Uno dei temi di contrasto tra Lega e Movimento Cinque Stelle è senza dubbio il salva Roma, cui Salvini e la Lega hanno dichiarato guerra bocciando la prima proposta avanzata dall’ala pentastellata del governo. Il provvedimento è stato studiato per risolvere un problema ormai cronico che affligge la Capitale: il debito storico di Roma. Ma di cosa si tratta?
Per capire la natura del debito accumulato da Roma bisogna fare un passo indietro e arrivare al 2008, anno in cui Gianni Alemanno venne eletto sindaco di Roma. Al governo si trovava Silvio Berlusconi. Il ministro delle Finanze era invece Giulio Tremonti.
I tre protagonisti iniziarono in processo per la gestione commissariale del debito storico di Roma, un buco cumulatosi dalla fine degli anni Cinquanta fino proprio al 2008 (e poi proseguito negli anni successivi).
Uno dei dubbi è rappresentato dalle cifre. A quanto ammontava il debito nel 2008? Secondo alcuni almeno a 20 miliardi di euro, ma su questo non ci sono conferme ufficiali. Più chiaro invece il sistema adottato per provare a ridurre il debito della Capitale. I commissari hanno proceduto con un finanziamento di 500 milioni l’anno, 300 versati dallo Stato e 200 erogati dal Campidoglio. Il tutto con ripercussioni sui romani che pagano le addizionali Irpef più alte d’Italia.
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