“Oggi non su uno, ma su quasi ogni giornale c’è scritto che la Lega vuole staccare la spina al governo e ha pianificato di far saltare tutto dopo il voto – ha scritto su Fb il vicepremier Luigi Di Maio -. E tutto questo per cosa? Per una poltrona? Per non mollare un loro indagato per corruzione?
“Berlusconi e Renzi sono il passato! Il presente invece siamo noi e ci porterà al salario minimo garantito per ogni lavoratore e a 1 miliardo di euro alle famiglie. Preferiamo pensare a questo – ha scritto ancora Di Maio – piuttosto che stare a parlare tutto il giorno di un indagato per corruzione e della sua poltrona. Dobbiamo aiutare le famiglie, chi ha un bambino, chi lo desidera. Le giovani coppie vanno messe in condizione di poter tornare a fare figli. Questo è prioritario per noi”.
“Io penso a lavorare e la mia parola vale più dei sondaggi: il Governo durerà altri 4 anni – ha detto il vicepremier Matteo Salvini – e agli italiani non frega niente di quello che titolano i giornali o i telegiornali che rincorrono polemiche inutili. E’ per questo che vendono sempre meno e i dibattiti televisivi perdono ascolti”. “I giornalisti sono liberi di scrivere quello che vogliono ma poi non si devono lamentare se i giornali vendono sempre meno. Io la sera preferisco guardare Peppa Pig con mia figlia”.
Interviene anche il premier Giuseppe Conte: “Noi siamo qui per lavorare per i cittadini, abbiamo un programma di lavoro che impegnerà per tutta la legislatura”. “Non alimentare polemiche sterili. Stiamo lavorando, siamo tutti concentrati a lavorare. Tutti determinati a portare avanti questa esperienza di Governo. Non raccogliete false notizie, false dichiarazioni”, dice Conte replicando a chi gli chiede delle voci che ipotizzano una mancanza di fiducia da parte del leader della Lega, Matteo Salvini.
“Non ci sarà nessuna conta. Il caso Siri non è il caso all’ordine del giorno. Il caso Siri è stato all’ordine del giorno venerdì. Ci ritornerà al prossimo Consiglio dei Ministri”, ha poi spiegato Conte.
‘Con quella dichiarazione, Conte ha firmato il suo suicidio politico, la fine di un contratto tra noi e loro, la consapevolezza che dopo le Europee il primo a rischiare sarà proprio lui’. Matteo Salvini non parla e applica la dissimulazione cortese al caso Siri. Ma i suoi colonnelli, a partire dai ministri, disegnano uno scenario nitido: il gabinetto Conte il 27 maggio potrebbe non esserci più. Puff: saltato sotto i venti della crisi. «L’esecutivo è virtualmente morto», fa mettere addirittura a verbale un big della Lega, dietro garanzia dell’anonimato. Perché la strategia del silenzio, sul caso Siri, fa parte della sceneggiatura di questo film. Tenere il punto sul sottosegretario che Conte vuole revocare, vedere le carte dei Cinque Stelle facendo balenare la crisi di governo già la settimana prossima in Consiglio dei ministri, salvo poi inchiodare sul più bello. «Certo, una rottura plastica su Siri – ragionano ancora gli uomini di governo più vicini a Salvini – compatterebbe l’elettorato 5 Stelle. E sarebbe un errore». In questo momento, infatti, l’obiettivo, seppur per colpire i pentastellati, rimane Conte. Che con la conferenza stampa dell’altro giorno «ha violato il patto e dunque la nostra fiducia: a dirla tutta non è nemmeno la prima volta». E dunque «nulla sarà come prima».
“Il leader della Lega ha detto: ‘Conte non ha più la mia fiducia’. O è la solita buffonata di un gruppo di buffoni o prendiamo atto che il Governo non ha più la maggioranza – ha detto il leader Pd Nicola Zingaretti -. Il Presidente Conte si presenti alle Camere. Anche perché i conti sono fuori controllo, l’Europa e i mercati se ne sono accorti e il Ministro del tesoro ha annunciato o tagli ai servizi o aumento Iva. Gli italiani devono sapere se qualcuno sta governando”.