La telenovela sul mancato rinnovo del contatto di Daniele De Rossi si tinge sempre più di giallo. Più che una spy story sembra essere al mercato: si offre una cifra, si riflette sull’offerta, poi si rilancia ancora e si finisce con l’abbandonare la trattativa perché non c’è stato filling. Il tutto in barba ai tifosi che credono in una quadra e nei miti dello sport. Forse, tante bailamme inutile, perché tutto sarebbe legato all’ingaggio del giocatore che si sono scontrate, però solo negli ultimi giorni, con le esigenze ed i piani societari. Il calciatore, per quello che ha rappresentato per la città e la squadra, andava, comunque, gestito in altro modo. I luogotenenti di Pallotta hanno sbagliato tutto, non comprendendo bene cosa avrebbe significato per un popolo calcistico, come quello di fede giallorossa, ammainare l’ultima bandiera, l’ultimo credo dopo l’uscita di scena di Totti. Ma colpe le ha anche il professionista De Rossi, forse troppo sicuro di se, dove tutto sarebbe stato scontato e forse dato di diritto. Ma nel calcio moderno le cose non vanno sempre cos^.
In queste ore è spuntato fuori un messaggio audio in cui si sente la voce del capitano della squadra giallorossa che, in un messaggio WhatsApp, racconterebbe ad un’altra persona alcuni particolari dell’incontro in cui la società gli ha comunicato che non aveva intenzione di rinnovargli il contratto. “Un anno che non ci parliamo, nessuno mi offre niente: dopo due ore e mezzo di colloquio per dirmi che mi cacci via arrivo a casa e mi chiami per dire che se penso a un contratto a gettone, 100 mila a presenza, al presidente va bene così”. Queste sarebbero le parole di De Rossi, in un audio (un messaggio o una telefonata a un conoscente di cui si fidava) che si sta diffondendo in rete da cui si evince il suo disappunto per le modalità della sua annunciata separazione con la Roma. Ma sembra che questa scelta ‘contrattuale’ non sarebbe dispiaciuta, più di tanto, all’ormai ex capitano dei giallorossi. Solo che non gli sarebbero piaciute le modalità con cui si poteva trovare un accordo. Dopo un anno di silenzio De Rossi non ha digerito questo che può essere visto come una lesa maestà.
Intanto Claudio Ranieri biasima il comportamento della società. “A Daniele, essendo il capitano e una persona storica qui, forse andava detto in un’altra maniera e dargli il modo di pensare bene, invece questo modo non gli è stato dato. Per una figura così importante, e avendo i tifosi della Roma un amore sviscerato per la propria squadra, una considerazione più attenta avrebbe consigliato magari un altro comportamento”, dice l’allenatore.