Alessio Rossi, nuovo presidente dei Giovani Industriali di Confindustria, durante la conferenza stampa dopo la proclamazione della sua elezione, Roma 5 maggio 2017. ANSA/GIUSEPPE LAMI

Giovani Confindustria: ‘Basta campagne elettorali, serve confronto serio’

Anche i giovani imprenditori bocciano senza appello i minibot. “Pensare che il problema del debito pubblico sia risolvibile con i minibot è come provarci con i soldi del Monopoli”, ha detto il presidente dei Giovani imprenditori di Confindustria, Alessio Rossi, nelle tesi al 49mo convegno a Rapallo.

Rossi si è sfogato contro la scarsa reattività del governo.  “Torniamo per un attimo ad un anno fa: 1 giugno 2018, giuramento del governo Conte. Una settimana dopo, il nostro convegno qui a Rapallo. Allora chiedevamo al Parlamento più giovane della storia repubblicana di saldare un’alleanza con le imprese giovani. Un anno dopo, ancora niente alleanza e niente per i giovani. Solo crescita ingessata”.

Quindi Rossi ha proseguito: “Da anni facciamo proposte, ci siamo rivolti a tutti i governi. Stavolta non c’è più niente da aggiungere. Non è che non abbiamo niente da dire, non sappiamo a chi dirlo, perché davanti a noi ci sono solo campagne elettorali interminabili e mai un confronto serio”, ha detto agiungenmdo che è “finita la nostra pazienza”. Allora “la nostra proposta al governo è una sola: dobbiamo riattivare una cabina di regia per la crescita, ma stavolta chiamate i protagonisti, non le comparse”.
“Non vogliamo che l’Italia ingaggi una guerra di posizione con le istituzioni europee”, che “dobbiamo smettere di dipingere come avversarie. L’unico modo per riformare l’Ue è starci dentro da protagonisti”. Invece “in caso di apertura della procedura di infrazione, l’Italia potrebbe finire in panchina. Dobbiamo avere un chiodo fisso: dimostrare affidabilità ed essere credibili” prendendo “impegni precisi”, aggiunge Rossi, indicando la via del “dialogo.
Oggi, sottolinea Rossi, “ogni millennial porta 55 mila euro di debito pubblico sulle spalle: come possono solo provare ad immaginare un futuro diverso da quello attuale? Dobbiamo decidere se vogliamo che questa sia la loro eredità più duratura o se pensiamo di fare altro per loro. Alcuni penseranno: ‘è tutta colpa del reddito di cittadinanza’, altri ‘è tutta colpa di quota 100’ e altri ancora ‘è tutta colpa dello spread’. Giusto o no, non c’è più tempo per rivendicare la ragione o sottolineare i torti”. Ma di agire per la crescita, rimarca Rossi. “Ormai i nostri conti pubblici sono ufficialmente sotto la vigilanza europea e insieme alla flessibilità economica è finita anche la nostra pazienza. Siamo costretti a fare il gioco della torre, a scegliere il ‘meno peggio’, tra una procedura di infrazione, una recessione per depressione dei consumi e aumento Iva, o nuove tasse”, afferma ancora il presidente dei Giovani di Confindustria, sottolineando il ruolo delle imprese, “motore che accende la crescita”.

Dall’assemblea di Federgomma è intervenuto invece il presidente Vincenzo Boccia:   “Sui minibot siamo in linea con Draghi, perché significa debito pubblico”, ha detto. “Il problema è che noi non possiamo più realizzare debito pubblico, salvo che lo facciamo per investimenti nella logica degli eurobond, da concordare con gli altri Paesi”.

Il presidente di Confindustria ha ribadito che il governo non deve sfondare i parametri euroepei sui conti pubblici. “Abbiamo già detto che lo sforamento del 3% è un errore e la procedura di infrazione non è nell’; interesse del Paese e questo è un elemento essenziale”. “Altra cosa – ha aggiunto –  è l’emissione di eurobond per una grande dotazione infrastrutturale transnazionale che va nella direzione dell’interesse dell’Europa e dell’Italia”. Sul clima nella maggioranza di Governo, Boccia ha detto che lo “vedremo nel merito su come sarà affrontata la prossima manovra finanziaria, che non è affatto una questione marginale. Spero che il governo ci ascolti ma il problema è che il governo deve iniziare a fare gli interessi del Paese guardando al medio e lungo termine”.

Oggi, sottolinea Rossi, “ogni millennial porta 55 mila euro di debito pubblico sulle spalle: come possono solo provare ad immaginare un futuro diverso da quello attuale? Dobbiamo decidere se vogliamo che questa sia la loro eredità più duratura o se pensiamo di fare altro per loro. Alcuni penseranno: ‘è tutta colpa del reddito di cittadinanza’, altri ‘è tutta colpa di quota 100’ e altri ancora ‘è tutta colpa dello spread’. Giusto o no, non c’è più tempo per rivendicare la ragione o sottolineare i torti”. Ma di agire per la crescita, rimarca Rossi. “Ormai i nostri conti pubblici sono ufficialmente sotto la vigilanza europea e insieme alla flessibilità economica è finita anche la nostra pazienza. Siamo costretti a fare il gioco della torre, a scegliere il ‘meno peggio’, tra una procedura di infrazione, una recessione per depressione dei consumi e aumento Iva, o nuove tasse”, afferma ancora il presidente dei Giovani di Confindustria, sottolineando il ruolo delle imprese, “motore che accende la crescita”.

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