Alcuni aerei della flotta Alitalia in sosta all'aeroporto di Roma Leonardo Da Vinci a Fiumicino, 23 febbraio 2019. ANSA/ Telenews

Alitalia, ancora un mese per il salvataggio

Sarà un mese molto caldo per il salvataggio di Alitalia. Dopo la decisione di prorogare i termini per la presentazione dell’offerta dal 15 giugno al 15 luglio, si prospettano altre intense settimane di lavoro per trovare una soluzione al rebus entro la nuova scadenza. Soluzione che rimane complicata visti gli importanti tasselli che ancora mancano per la definizione della newco con la quale dovrà decollare la nuova Alitalia. Nei giorni scorsi, a smuovere le acque ci ha pensato il presidente della Lazio, Claudio Lotito, che ha presentato, con una lettera, una manifestazione di interesse (e, in quanto tale, dunque, non vincolante).

Mossa che ha suscitato un certo scalpore  e che ha sollevato opposte reazioni tra chi ritiene che il business del patron del club biancoceleste sia un mondo abbastanza lontano dal trasporto aereo, tanto per citare il vicepremier Matteo Salvini, e chi, invece, si dice convinto che abbia le qualità imprenditoriali per affrontare questa nuova avventura.

 Tra gli altri pretendenti, che hanno sollevato sorpresa, c’è il gruppo Toto che già da tempo ha presentato alle Fs le sue carte. Ma sul nome di Toto sarebbe scattato il veto non solo del gruppo guidato da Gianfranco Battisti ma anche di Delta Airlines, che ha deciso di essere in partita con una quota del 15%. Circola poi da tempo anche il nome di un fondo di investimento, QuattroR. Ma non è un mistero per nessuno che la fondamentale pedina che si vorrebbe porre è quella di Atlantia, contattata già diversi mesi fa dagli advisor di Fs.

In questa vicenda, Atlantia è ormai una sorta di convitato di pietra. Il nodo rimane ancora quello di due mesi fa quando, in occasione dell’assemblea degli azionisti, il ceo Giovanni Castellucci spiegò con chiarezza, e con fermezza, la linea del gruppo sul dossier: Atlantia ha molti fronti aperti complicati e non può aggiungerne altri complicati, come Alitalia. Un riferimento chiaro alle questioni che vanno dalla Gronda di Genova alle tariffe autostradali e alle concessioni. E, da allora, il gruppo infrastrutturale che controlla Adr non si è spostato di un millimetro. È di tutta evidenza che il nodo è soprattutto politico tra le due anime del governo gialloverde. Soltanto pochi giorni fa Salvini ha definito Atlantia partner naturale mentre è nota l’ostilità del M5S nei confronti della società del gruppo Benetton.

 Uno scoglio non da poco ma superarlo significherebbe arrivare alla composizione dell’equity della nuova Alitalia. All’appello manca sempre il 40%, dopo aver sommato il 30% delle Fs, il 15% del Mef e il 15% di Delta. Complessivamente, l’investimento complessivo si aggirerebbe intorno ai 900 milioni. Intanto, come ha comunicato la compagnia, a fine maggio in cassa c’erano 467 milioni di euro. Benzina sufficiente per andare avanti ancora per circa un anno.

 Prima del 15 luglio, una delle date da segnare in rosso è quella del 3 luglio, giorno in cui sono stati convocati i sindacati dal ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio. E l’auspicio che viene espresso in ambienti sindacali è che venga presentata una soluzione per Alitalia e che non sia un nuovo incontro interlocutorio. E soprattutto che sia una soluzione strutturata e industrialmente valida. Intanto, rimane confermato lo sciopero del personale navigante per il 24 giugno, proclamato dalla Fnta, la federazione nazionale del trasporto aereo.

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