Strage di Viareggio, confermata la condanna a 7 anni per Mauro Moretti

Nessuno sconto dalla Corte d’Appello di Firenze. I giudici di secondo grado hanno confermato la condanna a 7 anni per l’ex amministratore delegato di FS e RSI, Mauro Moretti, il principale imputato per la strage di Viareggio.

La Procura nei mesi scorsi aveva avanzato una richiesta di 15 anni e 6 mesi ma alla fine i giudici hanno deciso di confermare la condanna di primo grado. Moretti, imputato per disastro, omicidio plurimo, lesioni colpose e incendio, non era in aula.

 Nessuno sconto per i responsabili della strage di Viareggio, avvenuta il 29 giugno 2019, quando un treno merci è deragliato provocando una serie di esplosioni.  Una decisione da parte dei giudici che è arrivata dopo poche ore di camera di consiglio. La richiesta di aumento di pena fatta dalla Procura non è stata accettata dalla Corte d’Appello che ha deciso di confermare quanto deciso in primo grado.


Condannati a 6 anni Michele Mario Elia (ex ad di Rfi) e Vincenzo Soprano(ex ad Trenitalia). Per Elia la procura generale aveva chiesto in requisitoria 14 anni e 6 mesi (in primo grado era stato condannato a 7 anni e 6 mesi), mentre per Soprano 7 anni e 6 mesi. Assolto, invece, Giulio Margarita (ex dirigente della direzione tecnica di Rfi e oggi dirigente di Ansf, l’Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria) che in primo grado era stato condannato a 6 anni e sei mesi. Per lui il pg aveva chiesto 12 anni e sei mesi ma per i giudici “il fatto non sussiste”. La sentenza di secondo grado è arrivata a nove giorni dal decimo anniversario della strage.

I giudici della corte di appello di Firenze in camera di consiglio hanno dovuto tener conto della prescrizione scattata nel maggio 2018 per i reati di incendio e lesioni plurime colpose contestati a numerosi imputati. La prescrizione in questo processo vale 6 mesi di sconto di pena. La stessa procura generale, nella requisitoria, aveva evidenziato l’obbligo legale di applicare la prescrizione in modo lineare a tutte le posizioni in caso di riforma della sentenza di primo grado. Mauro Moretti, ex ad di Fs ed Rfi, era intervenuto durante una delle udienze a cui ha assistito – quella dell’11 febbraio scorso – annunciando   alla corte di volervi rinunciare. Confermata, poi, anche la sentenza di primo grado, emessa dal tribunale di Lucca, riguardo ai risarcimenti alle parti civili e le relative provvisionali, fra cui quelle per i familiari delle vittime. Anche Moretti, in solido con gli altri imputati dovrà risarcire le parti.

Strage di Viareggio, attesa per la sentenza d’appello. I familiari: “‘Ci aspettiamo sentenza lineare, aumentare le pene'”


La procura generale aveva chiesto condanne per 17 imputati, accusati, a vario titolo, di disastro ferroviario, omicidio e lesioni plurime colpose, incendio. Nove sono amministratori e dirigenti di società tedesche ed austriache che facevano manutenzione dei carri merci in appalto (tra loro anche l’operaio dell’Officina Jugenthal di Hannover addetto alle verifiche dei materiali in revisione) e per loro sono state chieste condanne da 7 anni e 6 mesi a 8 anni e 10 mesi: sostanzialmente in linea con le richieste e le condanne del processo di primo grado, che si è concluso con la sentenza del 31 gennaio 2017. Chieste poi condanne a ingenti sanzioni pecuniarie anche per cinque società: Gatx Germania, Gatx Austria, Jugenthal Waggon, Rfi e Trenitalia.

“Oggi è stato fatto un passo avanti verso la giustizia, il secondo grado conferma che ci sono delle responsabilità chiare. Certo questo non vuol dire che termina il dolore, il dolore è ancora vivo e non è con delle sentenze che si risarcisce una ferita grande e aperta nel cuore della città”, ha detto il sindaco di Viareggio, Giorgio del Ghingaro.  “Oggi si chiude un capitolo – ha aggiunto il primo cittadino -, almeno in parte, perché immagino ci sarà la Cassazione”.

Anche questa mattina, come per tutte le udienze del processo sia di primo che di secondo grado, in aula c’erano i familiari delle 32 vittime riunite nell’associazione ‘Il mondo che vorrei’. Con le magliette bianche e le foto dei familiari addosso. Il sorriso di Ilaria, gli occhi scuri di Imam (Ataf, 4 anni), i capelli bianchi di Mario (Pucci, 80 anni), quelli biondi di Luca (Piagentini, 4 anni) o la pelle abbronzata di Stefania (Maccioni, 39 anni) e via via tutti gli altri sono arrivati in pullman al palazzo di Giustizia di Firenze. “Vogliamo una sentenza lineare e un aumento delle pene”, aveva dichiarato entrando in aula Daniela Rombi, madre della ventunenne Emanuela Menichetti, una delle vittime della strage, morta a causa delle gravi ustioni riportate a seguito dell’esplosione del vagone cisterna.

Un lungo percorso giudiziario che potrebbe non essere finito qui. I legali delle persone condannate stanno valutando se impugnare le motivazioni della sentenza per ricorrere in terzo grado. Riflessioni in corso anche da parte della Procura e degli avvocati delle vittime. I familiari, infatti, chiedevano delle pene più severe e non è escluso un passaggio in Cassazione per cercare una condanna superiore. I parenti non chiedono altro che giustizia per le 32 persone che sono morte in questa tragedia.

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