Mai più ultimi ingannati, torturati, abusati, abbandonati a morire nei deserti o in mare. Il Papa, nel sesto anniversario del viaggio a Lampedusa, riflette sulla condizione dei migranti, “simbolo di tutti gli scartati della società globalizzata” e richiama tutti alla responsabilità: “Nessuno si può esimere”, avverte Bergoglio celebrando la messa nella Basilica vaticana.
“In questo sesto anniversario della visita a Lampedusa, il mio pensiero – dice Francesco nel corso dell’omelia – va agli ‘ultimi’ che ogni giorno gridano al Signore, chiedendo di essere liberati dai mali che li affliggono. Sono gli ultimi ingannati e abbandonati a morire nel deserto; sono gli ultimi torturati, abusati e violentati nei campi di detenzione; sono gli ultimi che sfidano le onde di un mare impietoso; sono gli ultimi lasciati in campi di un’accoglienza troppo lunga per essere chiamata temporanea. Essi sono solo alcuni degli ultimi che Gesù ci chiede di amare e rialzare”.
Il Papa, al termine della celebrazione, ha salutato ad uno ad uno rifugiati e soccorritori presenti alla messa. Coro vestito di nero in segno di lutto per ricordare i tanti morti in mare.