“Nel corso degli accertamenti di antropologia forense, il Prof. Arcudi non ha riscontrato alcuna struttura ossea che risalga ad epoca successiva alla fine del 1800”. Così una nota della sala stampa vaticana sulle verifiche negli ossari del Collegio teutonico, disposte alla ricerca del corpo di Emanuela Orlandi. Il consulente di parte della famiglia Orlandi ha chiesto “accertamenti di laboratorio su circa 70 reperti ossei; il Prof. Arcudi e la sua equipe non hanno avallato la richiesta perché le medesime strutture ossee hanno caratteri di datazione molto antichi”. “I campioni sono stati repertati e trattenuti presso il Comando della Gendarmeria a disposizione del Promotore di Giustizia”, spiega il comunicato della sala stampa vaticana a proposito dei reperti rilevati nel Campo santo del Collegio teutonico. Sempre secondo quanto comunica il Vaticano, le operazioni si sono concluse “alle ore 12.30”. “Il prof. Giovanni Arcudi coadiuvato dal suo staff, alla presenza del perito di fiducia nominato dalla Famiglia Orlandi – prosegue la nota – ha completato l’analisi morfologica dei reperti ritrovati negli ossari (diverse centinaia di strutture ossee parzialmente integre e migliaia di frammenti)”.
“Nel dare comunicazione di queste operazioni, la Santa Sede conferma la propria volontà di ricerca della verità sulla vicenda della scomparsa di Emanuela Orlandi e smentisce categoricamente che questo atteggiamento di piena collaborazione e trasparenza possa in alcun modo significare, come da alcuni talvolta affermato, una ammissione implicita di responsabilità”. Lo dice il comunicato della sala stampa vaticana diffuso a conclusione delle operazioni peritali di oggi al Campo Santo del Collegio teutonico vaticano. “La ricerca della verità – sottolinea il comunicato – è interesse della Santa Sede e della famiglia Orlandi. La trasparente volontà della Santa Sede è peraltro già emersa, oltre che nelle indagini e negli esami in corso al Campo Santo Teutonico, in quelle effettuate dalle autorità italiane, a seguito di una segnalazione della Gendarmeria Vaticana, nella sede della Nunziatura in Italia, a Villa Giorgina, per le quali è stata comunicata, in data 3 luglio, la richiesta di archiviazione da parte della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma. Secondo quanto accertato dalle autorità italiane – ricorda la nota -, che il 25 luglio scorso hanno avviato la procedura per la restituzione delle ossa rinvenute a Villa Giorgina, la datazione dei reperti risale ad un periodo compreso tra il 90 e 230 d.C. Ciò smentisce qualsiasi collegamento con la dolorosa scomparsa di Emanuela Orlandi”.