Clima cupo per gli omosessuali in Polonia. Poche ore fa, infatti, l’arcivescovo di Cracovia, Marek Jedraszewski, ha espresso parole nei confronti del movimento Lgbt.
Durante l’anniversario dell’eroica insurrezione partigiana di Varsavia, schiacciata dalla Wehrmacht e conclusasi con la distruzione totale della capitale polacca, Jedraszewski si è lanciato in discorsi gravemente offensivi verso gli omosessuali. L’arcivescovo di Cracovia, uno dei massimi esponenti della conferenza episcopale polacca, ha paragonato la comunità e la cultura Lgbt alla “peste nera” e la ha accostata in paragoni impliciti ma chiari ai danni orrendi causati alla nazione polacca dall’occupazione nazista e poi dal comunismo
Le parole testuali “Non esiste più un’epidemia e piaga rossa (definizione negativa dei decenni della dittatura comunista serva della potenza coloniale occupante sovietica in Polonia) ma ne sta nascendo una nuova, quella creata dalla cultura degli Lgbt e delle bandiera arcobaleno, minaccia per i valori e per la solidità sociale e familiare della nostra nazione“. Così ha esordito Jedraszewski.
Riferendosi esplicitamente alla memoria dell eroismo di partigiani e soldati polacchi contro i nazisti, egli ha esortato a “difendere contro la nuova minaccia comparabile al bolscevismo il diritto alla vita e alla dignità di un uomo e di una donna che costruiscono una famiglia per fare figli per la patria“.
Il prossimo 13 ottobre la Polonia sarà chiamata al voto per le elezioni legislative. La diffamazione dei gay è un tema-chiave della propaganda elettorale del partito sovranista PiS (Prawo i Sprawiedlywosc, Diritto e Giustizia). E le esternazioni dell’arcivescovo di Cracovia ne sono una conferma.