Gravi carenze di cibo, medicine, carburante. Confine rigido con l’Irlanda, caos nei porti, difficoltà per i viaggiatori britannici negli aeroporti, aumento della tensione sociale. E’ un futuro apocalittico quello che aspetta la Gran Bretagna nel caso di una Brexit senza accordo stando a un documento segreto del governo pubblicato dal Sunday Times. Un dossier “ufficiale e sensibile” diffuso secondo una fonte di Downing Street da un ex ministro proprio alla vigilia del primo viaggio all’estero da premier di Boris Johnson per due cruciali colloqui con Angela Merkel ed Emmanuel Macron in vista del summit del G7 di Biarritz. E nel giorno in cui il governo, con un gesto atteso ma con un forte valore politico, ha firmato la misura per annullare l’atto del 1972 che sanciva l’adozione delle leggi europee da parte del Regno Unito. Chiamato in codice ‘Operation Yellohammer’ (il nome in inglese di un uccellino, lo zigolo giallo), il piano era in realtà già trapelato a settembre dell’anno scorso ma solo in forma di foto rubata a qualcuno che usciva dagli uffici del governo a Whitehall tenendolo sotto il braccio.
Poco si riusciva a capire dall’immagine sfocata se non che si trattava di “piani di emergenza in caso di no-deal”. E notizie di possibili carenze o aumenti vertiginosi dei prezzi di beni essenziali si erano rincorse negli ultimi mesi. Il piano rivelato dal Sunday Times, e poi anche dal Guardian, risalirebbe però ad un mese fa e descrive un quadro molto più dettagliato e di conseguenza più preoccupante. Soprattutto alla luce del termine del 31 ottobre, data definitiva del divorzio del Regno Unito da Bruxelles, e degli incontri tra Johnson come Merkel e Macron mercoledì e giovedì prossimi. Nel documento si parla, ad esempio, del rischio che l’85% dei camion che attraversano la Manica non siano pronti per la dogana francese in caso di mancato accordo e potrebbero generare caotiche file di attesa di giorni, mandando i porti in tilt per almeno tre mesi. Dopo poco si farebbe sentire la penuria di molte merci primarie. Secondo Whitehall, la fornitura di medicinali e cibo potrebbe “essere suscettibile di gravi e lunghi ritardi”, con un aumento dei prezzi e ricadute sui redditi delle persone più povere. Il documento mette in evidenza inoltre il pericolo che le imposte sulle importazioni di benzina portino alla chiusura di due raffineria con la conseguente perdita di “2.000 posti di lavoro”.
(fonte ansa)