Crisi di Governo, chiusa la prima giornata di consultazioni: Tutti vogliono un governo M5S-Pd

Prima giornata di consultazioni del presidente della Repubblica Mattarella dopo le dimissioni di Giuseppe Conte.  Primi a salire al Colle sono stati i presidenti del Senato e della Camera. Elisabetta Casellati ha tenuto un colloquio di 15 minuti, mentre Roberto Ficosi è trattenuto per poco più di mezz’ora. Entrambi sono usciti senza lasciare dichiarazioni.

La maggioranza del gruppo per le Autonomie del Senato (Svp, Patt e Uv) ha dichiarato di essere favorevole ad appoggiare un nuovo governo M5s-Pd, evitando il voto in autunno per scongiurare l’esercizio provvisorio e l’aumento dell’Iva. Juliane Unterberger della Svp, nonostante sia orientata per l’astensione, vedrebbe bene un Conte-bis, ma con altra maggioranza.

Il gruppo Misto del Senato ha detto a Mattarella di essere favorevole ad un governo di legislatura per evitare il voto. Per Loredana De Petris: “Ci possono essere le condizioni per un governo politico, non breve, non di transizione. Riteniamo questa idea di voto anticipato precipitoso pericolosa per il Paese. Si rischierebbe, per molte forze politiche, di non potere neanche presentare le liste. Se si vuole e si fa tutti uno sforzo, noi, Pd e M5s si può riuscire, non basandosi solo sui numeri ma su idee chiare, a stabilire 4-5 punti di contenuti per un governo di legislatura”.

Sulla stessa linea Emma Bonino di + Europa. “Come stanno le cose, se non si prendono provvedimenti alle prossime elezioni si presenteranno solo 5 partiti: Pd, Lega, M5s, Forza Italia, Fratelli d’Italia. È chiaro che serve un governo di totale alternativa politica e programmatica. Serve un governo autorevole del fare ma anche del disfare, che elimini alcune leggi inaccettabili come il decreto sicurezza”.

Riccardo Nencini del Psi dice no “a governicchi, sì a un esecutivo di largo respiro”. L’ex presidente del Senato, Pietro Grasso, di Leu spiega, dopo l’incontro con il presidente Mattarella, che “ci vuole un pò di coraggio per andare avanti e garantire un futuro della legislatura molto concreto”. Tutti i componenti del gruppo Misto ammettono di non essere stati ancora convocati a nessun tavolo per chiedere il loro sostegno a un possibile governo.

Anche il gruppo Misto della Camera è per il non voto. Solo Maurizio Lupi, esponente di “Noi con l’italia-Usei”, si smarca, e chiede il ritorno alle urne.

Il gruppo Leu della Camera ha dato al capo dello Stato la disponibilità a “dare un contributo per verificare le condizioni per varare un governo politico di svolta in grado di affrontare le questioni importanti del paese”.

Terminata la prima giornata di consultazioni, quella di domani rappresenterà un primo importante bivio per i successivi sviluppi della crisi di governo, visto che al Quirinale sfileranno le forze politiche più consistenti: alle 10 Fratelli d’Italia, quindi alle 11 e alle 12, rispettivamente, Pd e Forza Italia. Nel pomeriggio, alle 16 e alle 17, Lega e M5S. Il presidente Mattarella avrà quindi un primo quadro sui possibili sbocchi della crisi, vale a dire se si possa arrivare ad un nuovo governo o se invece siano inevitabili scioglimento delle Camere ed elezioni anticipate. Se dovesse profilarsi l’ipotesi concreta di una trattativa propedeutica alla formazione di un governo con una solida base parlamentare e programmatica, il capo dello Stato potrebbe concedere alle forze politiche che abbiano manifestato questa intenzione qualche giorno di tempo per verificare se il dialogo possa realmente avere un seguito positivo. Tempi brevi, comunque. Al massimo tra lunedì e martedì potrebbe quindi essere programmato un nuovo rapido giro di consultazioni per consentire a Mattarella di capire se c’è la possibilità di conferire l’incarico di formare un nuovo governo o se invece il tentativo si è rivelato vano e quindi le elezioni anticipate sono l’unica strada percorribile.

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