Il Pd e il M5S hanno ufficializzato l’accordo sul Conte bis. La parola fine alla crisi di Governo, almeno per ora, la pronuncia Luigi Di Maio. Oggi – dice Di Maio – abbiamo detto al Presidente della Repubblica che c’è un accordo politico con il Partito democratico affinché Giuseppe Conte possa ricevere di nuovo l’incarico di presidente del Consiglio e provare a formare un governo di lungo termine”. L’attuale capo politico dei pentastellati spiega dalla Vetrata del Quirinale che “abbiamo preso degli impegni con gli italiani come quello di evitare l’aumento dell’Iva a fine anno. Ebbene, costi quel che costi, questi impegni vogliamo mantenerli”. “Siamo sempre stati un Movimento post ideologico, siamo convinti che non esistano soluzioni di destra o di sinistra ma semplicemente soluzioni. Sono i programmi i veri protagonisti della politica”. E l’uomo migliore che possa suggerire le soluzioni ai problemi, per Di Maio, è Giuseppe Conte. Tanto che parla addirittura di ‘nuovo umanesimo. Il presidente del Consiglio indicato dal Movimento 5 Stelle a giugno del 2018 è “un uomo di grande coraggio, che ha dimostrato di voler servire il Paese con spirito disinteressato e di abnegazione”. Dunque, l’attuazione dei pilastri programmatici dei 5Stelle saranno garantiti dall’avvocato del popolo. Il ruolo di Conte, ha osservato ancora Di Maio, “ci fa sentire garantiti sulle politiche che intendiamo portare avanti come Movimento 5 Stelle. Abbiamo degli obiettivi da realizzare e il nostro programma è sempre lo stesso, quello che hanno votato 11 milioni di italiani”.
“Abbiamo iniziato un lavoro il 4 marzo del 2018 e vogliamo portarlo a termine. Non scapperemo, noi, dalle promesse fatte agli italiani”. E poi riversa sulla Lega e Matteo Salvini le colpe di una crisi che gli italiani non avrebbero capito. “60 milioni di italiani hanno vissuto questo agosto nell’incertezza assoluta – ha osservato Di Maio -. Gli italiani è da circa un mese che non hanno più un governo pienamente in carica. Sulla testa delle loro famiglie è piombata una crisi inaspettata, provocata da una forza politica che ha staccato la spina al governo di Giuseppe Conte, dopo che quel governo aveva: rimborsato i truffati delle banche, aveva dato a questo Paese quota 100 e il reddito di cittadinanza, aveva adottato nuove politiche sull’immigrazione e si era guadagnato il rispetto ai tavoli europei e internazionali”. E poi i progetti futuri da realizzare assieme ma, rimarca l’ancora vicepremier, “si è deciso di far saltare tutto”. Insomma tutta colpa di una Lega che, però, come rivela lo stesso Di Maio, per sottolineare le colpe politiche della fine del governo gialloverde, e ribadire che il Movimento non vuole le poltrone, “mi ha informato in questi giorni di voler proporre me come presidente del Consiglio, per riproporre un governo con il Movimento 5 Stelle. E mi ha informato di averlo comunicato anche a livello istituzionale. Li ringrazio, con sincerità. Ma a me interessa il meglio per il Paese e non il meglio per me stesso”.
Poi traccia la road map prima della nascita del nuovo governo giallorosso. “Se nelle prossime ore il Presidente della Repubblica dovesse decidere di dare l’incarico al presidente Conte – ha spiegato Di Maio – ci aspettiamo che il percorso di formazione del nuovo governo parta dalla creazione di un programma omogeneo e che metta al centro i cittadini e i problemi che vivono ogni giorno. Solo dopo aver ben definito cosa fare insieme si potrà decidere chi sarà chiamato a realizzare le politiche concordate. E su questo, chiediamo che si rispettino le prerogative del presidente del Consiglio dei ministri e del Presidente della Repubblica”.
Ma nel discorso fatto alla Vetrata, dopo il faccia a faccia con il presidente della Repubblica, Luigi Di Maio, evita di parlare dei problemi che possano minare il varo del Conte bis. E sono tutti nodi politici molto importanti: non parla del suo ruolo come vicepremier, del voto sulla piattaforma Rosseau e dell’anatema di Beppe Grillo che ha chiesto, per il nuovo governo, ministri competenti per i ruoli che andranno a svolgere. Meglio se scelti al di fuori dei parlamentari eletti tra le fila del M5S. Pensiero, questo, del fondatore del MoVimento che peseranno come un macigno sulla nascita del nuovo esecutivo.