La scissione dei renziani dal Pd sembra più vicina che mai. Sarebbero pronti i nuovi gruppi che Renzi potrebbe tenere a battesimo, alla Camera e al Senato, dopo averne parlato con Conte e Di Maio. Perché, dicono fonti renziane, nascerebbero non contro il governo, ma a suo sostegno. E sarebbero l’embrione di quella che i renziani definiscono la “separazione consensuale” dal Pd, che potrebbe dare il via (magari alla Leopolda) a una nuova “casa”.

Un partitino del 3% ma un soggetto che parli al Paese”, aggiungono le fonti renziane. In questo senso i gruppi parlamentari sarebbero solo un primo step, un passaggio che potrebbe portare anche all’ingresso in maggioranza di nuovi parlamentari.

L’uscita dei renziani, ragiona uno di loro, “toglierebbe anche a Zingaretti l’alibi di non controllare i parlamentari: uscirebbero Renzi e Bellanova e magari si preparerebbe l’ingresso di Calenda e Bersani”. Alla Camera ci sarebbero già i venti deputati necessari alla nascita di un gruppo, il cui volto potrebbe essere Luigi Marattin, mentre l’ipotesi è che Teresa Bellanova diventi il capo delegazione nel governo. Ettore Rosato avrebbe invece un incarico di coordinamento nel nuovo soggetto politico.

Un evento a lungo temuto praticamente da quando Matteo Renzi non è più segretario. Nicola Zingaretti predica da sempre unità e Andrea Orlando, suo vice, avverte: “Il Pd dovrebbe discutere di come affrontare i problemi del Paese governando, non di come e se dividersi”.

Dario Franceschini ai suoi è apparso indignato di fronte all’ipotesi di una scissione, citando sms ricevuti nelle ultime settimane che andavano in direzione opposta. Renzi in effetti aveva pensato a un’operazione su tempi più lunghi, da lanciare alla Leopolda il 19 ottobre od oltre, ma “ormai la convivenza non funziona più”, fanno notare gli esponenti a lui vicini, auspicando una “separazione consensuale”.

“Nei prossimi giorni faremo una riflessione”, sintetizza un dirigente renziano. Al Senato, dove i sostenitori dell’ex Rottamatore sarebbero in proporzione più numerosi rispetto alla Camera, il nuovo gruppo potrebbe essere il nucleo per un’allargamento della maggioranza al centrodestra.

Dalla maggioranza di Zingaretti arrivano tutte dichiarazioni contrarie all’ipotesi di “scisma”. Il Paese non capirebbe, secondo Marina Sereni di AreaDem, neo viceministro.