Dai microdati RCFL-ISTAT al primo semestre 2018 la popolazione immigrata in età da lavoro è di 4.102.645 persone con 15 anni di età ed oltre. Risulta occupato il 64,3% dei cittadini stranieri comunitari e il 58,7% dei cittadini extra-UE. Gli occupati stranieri sono cresciuti rispetto al primo semestre 2017 (+2,5%), dato superiore a quello degli occupati italiani (+1,6%). La distribuzione degli occupati stranieri nelle diverse attività economiche conferma la segregazione occupazionale degli immigrati.
I lavoratori stranieri si concentrano, in particolare, nel settore dei servizi collettivi e personali (stranieri: 26,1%; italiani: 5,6%), nell’industria in senso stretto (stranieri: 18,1%; italiani: 20,2%), nel settore alberghiero e della ristorazione (stranieri: 10,6%; italiani: 5,9%) e nelle costruzioni (stranieri: 9,6%; italiani: 5,5%). Parallelamente, persiste negli stranieri il fenomeno dell’over-education, con lavoratori che svolgono attività non adeguate alla propria formazione. Gli infortuni sul lavoro in Italia registrano un lieve calo, ma aumentano per gli stranieri, a dimostrazione della loro maggiore vulnerabilità. Secondo i dati Unioncamere, le imprese di cittadini non comunitari al 31 dicembre 2017 sono 374.062, in aumento rispetto al 2016 (+2,1%). La regione con il maggior numero di questo tipo di imprese è la Lombardia (71.478, pari al 19,1% del totale nazionale), seguita da Lazio (43.264, 11,6%) e Toscana (36.578, 9,8%). È però la Campania la regione nella quale si registra l’aumento più cospicuo (+6,2%). Nel 2018 il volume delle rimesse monetarie inviate dall’Italia ammonta a 6,2 miliardi di euro.