BIAS 2020 | Palermo, Sicilia, Venezia, Egitto, Israele
BIENNALE INTERNAZIONALE D’ARTE SACRA DELLE CREDENZE E RELIGIONI DELL’UMANITÀ
The Game: the time of the game, the game of the time
A cura di Chiara Modìca Donà dalle Rosei
COMUNICATO STAMPA
Presentato al Castello Morsasco in Piemonte il Bando per partecipare alla
Biennale Internazionale di Arte Sacra Contemporanea Edizione 2020
Presentato al Castello Morsasco in Piemonte il Bando di partecipazione alla Biennale Internazionale di Arte Sacra Contemporanea Edizione 2020, diretta e curata da Chiara Modìca Donà dalle Rose e promossa da WISH, World International Sicilian Heritage con il sostegno del Ministero degli Esteri, della Regione Sicilia, della Città di Palermo e della Diocesi di Palermo, Università di Palermo, Università Iuav di Venezia, Politecnico di Torino. Visitatori e appassionati delle arti hanno potuto partecipare all’anteprima della BIAS 2020 in uno speciale evento che si inserisce nell’ambito delle attività del Festival Luoghi Immaginari e di Castelli Aperti, grazie anche alla collaborazione con WISH, avviatasi già nel 2017. Quest’anno il tema di BIAS, dopo la Creazione e la Porta delle manifestazioni precedenti, è The Game: the time of the game, the game of the time ed il bando è visionabile nel sito www.biasinstitute.it. Il “Gioco” come interpretazione dell’arte, che oggi è anche divertimento cioè che suscita stupore. “L’arte può essere definita in mille modi, ma sicuramente non è pregiudizio” è ciò che afferma Chiara Modica Donà dalle Rose, ideatrice e curatrice della manifestazione. Un anteprima della BIAS che vede protagonisti già degli artisti che approdano nel castello Morsasco, sul piazzale antistante la dimora e nelle storiche cantine dove si sono potute ammirare le sculture e le installazioni di Cristiano Alviti e di Rosa Mundi oltre alle opere pittoriche di Loris di Falco. Questo solo un assaggio della manifestazione in programma per tutto il prossimo anno nella città di Palermo, a partire dal mese di aprile, con sedi dislocate in modo itinerante a livello internazionale, così come per la scorsa edizione. “La BIAS – dichiara la curatrice – coinvolgerà non solo la Sicilia. Stiamo infatti ricomponendo la congiuntura tra Arte Antica ed Arte Contemporanea. Ogni città, ogni sito ospiterà un Padiglione della Biennale. I Padiglioni saranno divisi non per Nazioni d’appartenenza degli artisti ma per spiritualità. Si passerà dunque dal Padiglione Scientifico o Darwiniano a quello delle Religioni Perdute, dal Padiglione Abramitico ( declinato in quello Ebraico, Cristiano, Islamico, Ortodosso, Protestante, Maronita) a quello Induista, a quello Buddista, alle Religioni Africane. La Biennale Internazionale di Arte Contemporanea Sacra si basa sulla spiritualità e per questo i padiglioni sono divisi non per nazioni ma per spiritualità. BIAS sta per Biennale Internazionale di Arte Sacra Contemporanea ma in inglese significa anche Pregiudizio, ossia l’idea di un giudizio che anticipa la conoscenza. La Biennale si pone quale obiettivo fondamentale la demolizione di ogni dogma preconcettuale, aprendosi invece alla possibilità di un invito alla conoscenza, esercitato attraverso il dialogo forte e reale tra i vari credo del mondo filosofico, religioso e scientifico, nonché tramite la dialettica tra passato e presente per giungere nel futuro, nella piena consapevolezza che la Storia non deve essere esclusivamente musealizzata, ma deve invece farsi memoria attiva e vissuta e interagire con la contemporaneità attraverso ogni forma di arte. L’Arte rappresenta infatti una lunga mano della Cultura e della Storia. Nella Geografia delle nostre terre ci sono diverse linee rette che non conoscono confini, così come nell’arte stessa, per tale ragione, alla BIAS hanno partecipato artisti provenienti da ogni parte del mondo”. BIAS si espande sempre di più e se nella scorsa edizione ha visto protagonisti oltre 900 artisti, di cui 144 selezionati dalla commissione, quest’anno si annunciano numeri superiori e collaborazioni internazionali come la Biennale Cairo Tronic, il Museo Nazionale di Almary in Kazakistan, la città di Byblos in Libano oltre a città come Venezia, Castelvetrano – Selinunte, Giampilieri, Gibellina, Guidonia, Marsala, Messina, Porto Rotondo, Salina, Salemi, Scaletta Zanclea e Sutri. Verranno messi in mostra non solo autori cristiano cattolici, piuttosto tutti coloro che hanno un legame artistico con ogni tipo di religione. L’esposizione transnazionale di arte contemporanea sacra è legata alla spiritualità dell’artista e rivolta a tutte le religioni dell’umanità. È la spiritualità oltre le barriere linguistiche e geopolitiche, oltre i confini nazionali, in una visione universale che individua nel dialogo tra arte e religione un medium privilegiato di valori etici ed estetici. L’arte diviene strumento di dialettica, di riflessione sul concetto di identità, per segnare un percorso inter/trans-religioso funzionale al disvelamento della complessità, quanto mai attuale, della diversità umana e della sua altrettanto polisemica produzione artistica. La lingua e la religione hanno una funzione pregnante nella società umana, consentono la comunicazione, ne affermano i livelli di definizione, coadiuvano nella costruzione del senso che l’uomo attribuisce al proprio vissuto, sia metafisicamente che bio-culturalmente. Se la religione ha contribuito, sin dalle origini, alla lettura interpretativa del mondo, l’arte è stato il linguaggio immediato attraverso il quale il mondo è stato impresso, indagato e sublimato. Religione e arte sono strettamente connesse, in virtù di un medesimo principio che le accomuna, la ricerca del senso della vita come della morte, intesa esclusivamente quale crisi della presenza. L’arte contemporanea non può essere più inserita, come è accaduto in passato, in una scuola di pensiero unica ed egemone. Le nuove acquisizioni scientifiche hanno permesso di allargare l’osservazione e le sue prospettive di decodificazione, di comprendere, nell’identificazione di un’opera d’arte, sia le istanze individuali, intimiste, dell’artista, sia il suo percorso formativo, che non può prescindere dalla cultura di appartenenza. La cultura, del resto, deve essere riconsiderata in una dimensione di movimento persistente e di sincretismo performativo. Sullo stesso piano viene affrontato un altro concetto cardine, la credenza. Essa va riletta in una modalità del tutto nuova, non facilmente incasellabile o assimilabile a sinonimi subalterni. La credenza può riguardare la fede o le pratiche rituali popolari, come anche l’idea di un progetto scientifico che ha validità solo se riconosciuto dalla comunità di studiosi che crede nella sua autorità. BIAS vuole contribuire alla realizzazione di un percorso di crescita collettiva, di un contesto di espressione artistica e dialogo interreligioso, al confine tra il sacro e la spiritualità più eclettica, vuole superare i limiti espressivi della lingua e della non-conoscenza delle religioni e delle culture dell’altro, vuole in sostanza trasformare l’arte contemporanea in uno strumento di indagine, denuncia, conoscenza, per annientare l’azione cancerogena del pregiudizio, nato più per finalità politico-economiche che per ragioni altre. Tra gli artisti presenti durante l’anteprima anche Rosa Mundi con l’opera Trepidazione Equinoziale che costruisce una particolare sfera armillare, composta da tre cerchi di ferro ellittici, incastonati una dentro l’altra, anticamente anelli circolari delle antiche botti quattrocentesche custodite nella magica atmosfera delle antiche cantine di vino del Castello di Morsasco. Ognuna dei tre cerchi tratteggia una sfera con una propria immaginaria eclittica. La prima, partendo dal cuore dell’armillare, è divisa in sezioni corrispondenti ai dodici segni dello Zodiaco. La sfera armillare era destinata a mostrare sia la precessione sia la cosiddetta trepidazione degli equinozi, tanto in voga nel ‘400. Con la sua installazione Rosa Mundi indaga quindi il gioco del tempo nell’indagine astronomica che, come variante matematica, deve considerare l’alea della inevitabile successione dell’imprecisione del calcolo umano. Al tempo stesso anche il gioco delle forme, coniato e definito dal pensiero umano, si deve aggiungere l’ulteriore incognita dell’obliquità dell’eclittica, anch’essa variabile. L’installazione è costituita da tre anelli, perpendicolari uno all’altro, di cui uno rappresenta l’eclittica. Questa sfera è fissata a quella esterna in modo tale che il suo asse di rotazione coincida con l’asse dell’eclittica della sfera esterna. Così, quando la sfera viene fatta girare a velocità costante, viene simulato l’apparente spostamento delle stelle e dell’eclittica che corrisponde alla precessione uniforme degli equinozi. Il giorno e la notte sono qui rappresentati in perfetto equilibrio. Equus Nox è il momento in cui la natura lancia all’umanità ed ad ogni forma di vita esistente un messaggio di rinnovamento e di risveglio dopo le lunghe notti invernali. L’Equinozio rappresenta dunque un punto cardinale nell’evoluzione di una persona, da un lato è la rinuncia necessaria e drammatica dell’Io alla propria unicità, dall’altro è l’inizio di ciò che gli antichi chiamavano Arbor Intrat, Ingresso dell’Albero, ossia uno stato di consapevolezza o di Brahman orientale, ossia non-dualità non separazione. Rosa Mundi è lo pseudonimo d’artista dietro il quale si cela l’anima autentica ideatrice della BIAS. Vive tra città d’acqua, elemento naturale che, tra i quattro empedoclei, ne rappresenta appieno la capacità di ri-modellarsi e vivificare. Artista poliedrica, instancabile viaggiatrice, attraverso scritti, fotografie, video, installazioni in tecnica mista, crea forme sempre in bilico tra il mondo fenomenico, reale, e quello immaginifico, metafisico. La sua creatività è una costante dialettica tra indagine sociale e tensione trascendente, immersa in una luce ora malinconica ora trionfale.