Accordo Pence-Erdogan: ‘cessate il fuoco in Siria’

Turchia e Stati Uniti hanno raggiunto un accordo per un cessate il fuoco in Siria di 120 ore in cui gli Usa favoriranno l’evacuazione dei combattenti curdi dalla zona di sicurezza concordata con Ankara. Lo ha detto il vicepresidente americano Mike Pence dopo l’incontro con Erdogan.

Sul tavolo c’è di più: l’inviato del presidente Trump annuncia che le sanzioni imposte dagli Usa alla Turchia per l’offensiva in Siria saranno tolte appena il cessate il fuoco diventerà permanente. E nell’attesa nopn ne verranno imposte delle altre.

Inoltre la Turchia otterrà una zona di sicurezza concordata con gli Usa di circa 32 km (20 miglia) oltre il suo confine con la Siria. La Turchia terminerà “totalmente” la sua offensiva militare in Siria solo dopo il ritiro dei combattenti curdi dalla zona di sicurezza di circa 30 km concordata con la Turchia. Ankara definisce l’accordo con gli Usa costituisce una “pausa” delle operazioni militari della Turchia in Siria, che si trasformerà in una fine definitiva dell’offensiva solo se i curdi si ritireranno interamente, come concordato. Secondo l’intesa,i combattenti curdi dell’Ypg dovranno lasciare la ‘safe zone’ della Turchia, essere disarmati e le loro strutture militari distrutte. Dopo l’annuncio dell’accordo la visita del presidente turco Recep Tayyip Erdogan il 13 novembre alla Casa Bianca su invito del presidente americano Donald Trump è confermata.

Il colloquio Pence-Pompeo-Erdogan che ha portato alla svolta è durato un’ora e 40 minuti e ha visto la presenza come ‘mediatore’ di James Jeffrey, l’ex ambasciatore Usa ad Ankara e attuale inviato speciale di Donald Trump per la Siria e la Coalizione anti-Isis. Finora Erdogan aveva sempre rifiutato l’ipotesi di una tregua, insistendo sul fatto che Ankara non si sarebbe fatta spaventare dalla minaccia di  sanzioni.

I curdi sono pronti a rispettare il cessate il fuoco con la Turchia nel Nord-Est della Siria. La conferma arriva da più fonti. “Siamo pronti a rispettare il cessate il fuoco”, ha detto Mazlum Abdi, comandante delle Forze democratiche siriane (Fds) a Kurdish TV. La posizione è stata confermata anche da un politico curdo di spicco, Aldar Xelil, ad Al Arabiya. Un altro comandante curdo,  Mazlum Kobani, ha detto che le milizie curde del nord della Siria sono state parte dell’accordo raggiunto  da Usa e Turchia per una tregua e hanno ricevuto “garanzie” sul loro futuro da Washington, confermando che intendono fare “tutto il necessario per far funzionare il cessate il fuoco”. “È una vittoria della resistenza dei combattenti”, ha aggiunto Kobani.

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha avuto un colloquio telefonico con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Nel corso della conversazione durata oltre un’ora, a quanto sia apprende da fonti di palazzo Chigi, Conte ha ribadito che l’Italia ritiene inaccettabile l’azione militare avviata in Siria. Durante il colloquio “non sono mancati momenti di forte tensione a fronte del fermo e reiterato invito del presidente Conte ad interrompere questa iniziativa militare, che ha effetti negativi sulla popolazione civile”. Conte ha chiesto a Erdogan di ritirare le truppe.

Intanto, crescono di intensità la accuse dei curdi alla Turchia di usare le armi chimiche: secondo le autorità curdo-siriane le forze turche avrebbero usato “fosforo bianco e napalm” dopo aver riscontrato un’inaspettata resistenza curda, in particolare nella città di Ras al Ayn. In un ospedale sarebbero ricoverati alcuni bambini con gravi ferite da ustioni. Non è possibile verificare in modo indipendente l’autenticità delle immagini. Ankara respinge le accuse dei curdi siriani: “Tutti sanno che l’esercito turco non ha armi chimiche. Alcune informazioni ci indicano che” le milizie curde dello “Ypg usano armi chimiche per poi accusare la Turchia”, ha detto il ministro della Difesa.

“Non fare il duro” o “non fare lo scemo”, “lavoriamo a un buon accordo. Tu non vuoi essere responsabile del massacro di migliaia di persone, e io non voglio essere il responsabile della distruzione dell’economia turca”, ha scritto Donald Trump al presidente Recep Tayyip Erdogan in una lettera datata 9 ottobre. La lettera è stata “gettata nella spazzatura” dal presidente turco.

La crisi siriana sarà anche sul tavolo del Consiglio europeo in programma oggi a Bruxelles, con Conte.  Mentre a Istanbul il presidente turco incontrerà il vicepresidente americano Mike Pence.

 

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